Crema, 17 luglio 2016

XVI Ordinaria

La Parola: Gn 18,1-10 Sal 14 Col 1,24-28 Lc 10,38-42

Dopo aver superato brillantemente l’esame da parte del dottore della legge, riuscendo persino a mettere in difficoltà, proprio sul loro campo preferito, cioè l’aspetto concreto dell’agire, del mettere in pratica la legge di Dio, oggi Gesù riesce a darci un grande insegnamento a partire da un piccolo problema di rapporti familiari. In effetti la situazione concreta che si presenta sembra molto simile a quella che avviene in tante nostre case o comunità quando qualcuno si impegna e si da fare concretamente mentre qualcun altro sembra rifiutare le incombenze familiari quasi disinteressandosi del buon andamento della casa. Chi di noi non si è mai sentito qualche volta come Marta, lasciato solo dagli altri della famiglia o tra i colleghi di lavoro o in genere da altri membri della società, come se tutto dipendesse dal nostro impegno e dal nostro operare? Ma la risposta di Gesù alla brava Marta va ben oltre una generica scusante per la scelta di Maria di non occuparsi delle faccende di casa. In una semplice frase Gesù si mostra superiore a tutta la tradizione ebraica, anzi umana che, non solo allora, ma che ancora per molti secoli ha segnato la condizione della donna nella società. In maniera inaudita, per quei tempi, Maria aveva lasciato il suo posto in casa, addetta alle faccende domestiche e alle occupazioni quotidiane perché tutto funzioni al meglio, per sedersi con gli uomini, con i discepoli, tutta impegnata ad ascoltare e comprendere il messaggio del Maestro. E Gesù invece di rimandarla al suo posto, come si aspettava Marta, ma evidentemente anche tutti gli altri presenti, osa lodarla per aver scelto la parte migliore. In due parole Gesù supera una tradizione lunga millenni e che ancora oggi miete vittime ogni volta che un uomo usa violenza contro una donna per insegnarle a stare al suo posto, perché non tollera che possa pensare e decidere da essere umano libero e responsabile. Quanto ancora siamo lontani dalla libertà e dalla superiorità dell’insegnamento di Gesù! Senza poi dimenticare che la parte migliore cui si riferisce il Maestro, cioè l’ascolto profondo della parola di Dio non è certamente una delle nostre pratiche quotidiane. Ci accontentiamo spesso di un ascolto superficiale, quando partecipiamo all’eucarestia domenicale, senza darci neanche un momento per poter accogliere in profondità questa parola, meditandola nel nostro cuore secondo l’esempio che anche l’altra Maria, la mamma di Gesù, ha dato a tutti noi, suoi figli adottivi.

Nella foto, don Natale in montagna