Crema, 01 aprlie 2018

Pasqua di Resurrezione

La Parola:At 10,34a.37-43Sal 117Col 3,1-4Gv 20,1-9

Di fronte alla morte di Gesù in croce siamo rimasti, anche questo Venerdì Santo, in silenzio. Come tante volte non riusciamo a capire il dolore innocente di tanti nostri fratelli provati nello spirito e nel corpo, così risulta difficile comprendere come il Padre possa amare così tanto il mondo da chiedere al Figlio di accettare una morte simile. Non ci siamo ancora ripresi dallo sbigottimento di fronte ad un fatto così atroce, mai raccontato prima e subito ci troviamo davanti un nuovo annuncio, una buon annuncio, un Vangelo che ci lascia ancor più senza parole: ‘Gesù è vivo, il Signore è risorto’. Forse noi non riviviamo più emotivamente quei fatti, ci manca il pianto di Maria e delle altre donne sotto la croce, come anche lo stupore di fronte alla tomba vuota. Sappiamo già tutto questo, fin da bambini, e non ci lasciamo più sconvolgere dall’annuncio della tomba vuota. Dovremmo invece lasciarci toccare da questi avvenimenti, perché da loro deriva il senso profondo della nostra vita. Ci è necessario rivivere non solo il dolore per la morte o lo stupore della resurrezione, ma anche la stessa paura provata dai primi testimoni. Sapendo però che è proprio questa la grande vittoria di Gesù: ci ha liberati dalla paura della morte. Questa c’è sempre, è comunque la fine naturale della nostra esistenza con tutti i corollari di sofferenze e incomprensioni che sempre genera in noi, ma sappiamo che il nostro destino è un altro, è oltre la morte e di lei non dobbiamo più aver paura. Solo così, non temendola più, possiamo impegnarci ora a dare tutta la nostra vita a Dio e ai fratelli sapendo che non possiamo perdere la vita, anzi proprio nella sua offerta possiamo ritrovarla più piena, addirittura eterna. Ogni nostra piccola azione acquista già ora un sapore eterno, non è frutto della paura ma della certezza gioiosa che c’è un senso a tutto questo, anche quanto non lo comprendiamo subito. Dio Padre ha un progetto per noi, come è stato per suo Figlio. Passa attraverso le nostre fatiche, le croci quotidiane, ma ci prepara un futuro di gioia e reale partecipazione alla sua vita divina.

Nella foto, don Natale, autore della riflessione pasquale