Crema News - La riflessione

XXII Domenica ordinaria anno A

La Parola: Ger 20,7-9 Sal 62 Rm 12,1-2 Mt 16,21-27

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole veni- re dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».


L'altra mattina sono andato in banca e naturalmente bisogna mettere la mascherina prima di entrare, rispettare le distanze e sanificare le mani prima di toccare i soldi. Ho dovuto attendere in fila e alla mia uscita la fila dietro di me era ancora di quattro persone. Tornando a casa, son passato direttamente dalla chiesa, anche perché la strada è più corta e... sorpresa: niente fila, né prima né dopo. Allora mi son fermato un attimo in preghiera e pensando al vangelo di questa domenica mi è venuto spontaneo un pensiero per tutti quanti in questo periodo di pandemia sanitaria si son preoccupati solo della propria vita materiale, preoccupati di poter guadagnare, se non il mondo intero, almeno un pezzettino di denaro o di potere di questo mondo, ma senza pensare neanche un attimo a salvare la propria vita, quella vera, quella che grazie al Signore Gesù ci spalanca l'eternità. Sono certamente tanti e in buona compagnia, visto che anche san Pietro, pur avendo appena confessato la sua fede nel figlio di Dio, viene richiamato proprio da Gesù perché pensa tranquillamente secondo gli uomini e non secondo Dio, quindi con le preoccupazioni concrete per i beni della terra, come se fossero l'unico pensiero importante per noi uomini. Ma non scandalizziamoci troppo, né di Pietro né dei tanti cristiani più preoccupati dei beni terreni che della volontà di Dio. Spesso facciamo parte anche noi di questa nutrita schiera. Il primo passo da fare allora è proprio quello di prendere consapevolezza di questo nostro limite di fondo, perché noi facciamo troppa fatica a pensare come Dio e ad accettare la croce come stile di vita quotidiano. Oggi il Signore Gesù lo ripete personalmente a ciascuno di noi, magari senza paragonarci a Satana, visto che in realtà con quel che succede in giro, anche qui nel nostro solitamente tranquillo e sonnolento cremasco, noi non siamo dei delinquenti incalliti. Però se vogliamo onorarci del nome cristiano dobbiamo sicuramente meditare su questo richiamo del figlio di Dio e indirizzarci decisamente verso una vera e profonda conversione, per essere pronti a seguire una scala di valori diversa, per intenderci quella appoggiata alla croce di Gesù, per poter condividere fino in fondo, abbracciati a lui, le scelte più impegnative ma costruttive per la nostra vita. In fondo arrivare alla stessa professione di fede di Pietro, come abbiamo sentito domenica scorsa, è anche facile. Il vero cammino del cristiano, esigente ed esaltante allo stesso tempo, inizia dopo, quando davvero ci mettiamo dietro Gesù e cerchiamo di vivere anche ai nostri giorni, nei nostri rapporti quotidiani, lo stile fondamentale della croce, cercando sempre e innanzitutto la giustizia che sfocia nell'amore, pronti a rendere ragione della fede che c'è in noi con le opere che costruiamo ogni giorno secondo il suo progetto e la sua volontà.


(Sul mio canale youtube è disponibile il video della riflessione: https://youtu.be/_yhvEiSBq7A)


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione