Crema, 26 ottobre 2017

Gentile direttore,

premetto che di solito evito di rispondere a lettere e affermazioni che ritengo per nulla costruttive e faccio mia l’affermazione dantesca: ”non ti curar di loro guarda e passa” ma questa volta farò eccezione. Sono venuta a conoscenza che su varie testate giornalistiche è stata pubblicata una lettera a firma del sig. Flavio Rozza di Crema in merito all’iniziativa “Camminata su ruote” fortemente voluta dal gruppo “Crema Zero Barriere” che rappresento. Siamo un gruppo formato per la maggior parte da persone, che vivono direttamente la disabilità e da familiari e amici che indirettamente ne partecipano. Sappiamo per esperienza che sono state spese tante parole nei riguardi delle barriere architettoniche ed esistono pure delle leggi ma per abitudine, che sembra ormai consolidata, vengono solitamente disattese e questo è un problema nazionale. Per questo motivo abbiamo ritenuto di scegliere una via alternativa: quella del “far sperimentare” ad assessori e consiglieri cosa si prova a mettersi nei panni degli altri anche se per solamente un'ora, ma un tempo già sufficiente per cucirsi addosso un punto di vista nuovo, in grado di rendere persone più consapevoli, aprire le prospettive e dare un valore aggiunto a chi amministra una città, che vorrebbe e dovrebbe essere a misura di tutti. Ora il signor Rozza scrive e cito testualmente:” trovo ridicola e irriverente l’iniziativa … ” e ancora “ … inscenare una fastidiosa pantomima dal sapore beffardo verso chi, i problemi connessi alla disabilità, li vive quotidianamente …” Bene noi i problemi li viviamo quotidianamente ma non la pensiamo affatto come il signor Rozza o di chi la pensa come lui. In primis ci auguriamo che lui non li viva ma intenda solo esprimere, anche se in forma per noi fondamentalmente sbagliata, solidarietà. Anzi, in verità, queste affermazioni mi dispiacciono molto perché rivelano una base di pregiudizio verso i disabili oltre a disincentivare gli amministratori all’esporsi per timore di essere criticati. È ancora un modo per ridurre i disabili a una schiera di invisibili. Invisibili perché danno fastidio, invisibili perché escono dai canoni stabiliti dai pregiudizi, invisibili perché fanno riflettere e quindi è meglio restino come sono alias invisibili. E noi siamo stanchi di essere considerati tali! Una sedia a rotelle non è “qualcosa di brutto“, come il retaggio di una mentalità arcaica induce molti a ritenere che sia, ma è uno strumento fondamentale alla mobilità. Utilissima come un paio di scarpe o un motorino o un’auto e non mi sembra sia da ritenersi irriverente provare un’auto, il motorino e perché no anche un paio di scarpe di un’amica/o per condividerne le emozioni. E perché allora lo dovrebbe essere fare una passeggiata in città su carrozzina?!? Non siamo degli ingenui per cui sappiamo che Crema non cambierà dall’oggi al domani ma vogliamo credere e ci auguriamo che costantemente migliorerà. Per ricorrere a un’affermazione autorevole di Madre Teresa di Calcutta possiamo dire che anche se ciò che si fa non è che una goccia nell’oceano, se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe. Io personalmente, ma credo di ben rappresentare il pensiero di tutto il gruppo, non voglio perdere la speranza e anche se buona parte della mia vita l’ho già trascorsa in battaglie quotidiane contro gli ostacoli disseminati non solo a Crema ma un po’ ovunque in Italia, voglio continuare a credere nel sogno che le generazioni future arrivino a trovare una società veramente inclusiva e a misura di tutti. Ancora il signor Rozza scrive: “ … Chissà magari per conoscere i drammi legati all’immigrazione, decideranno di sbarcare a Lampedusa e farsi ospitare in un centro di prima accoglienza … o per conoscere i problemi dei non vendenti cammineranno bendati …” e perché no? Se servisse a prendere maggior consapevolezza e a favorire l’accettazione potrebbe essere un’idea … chissà magari sperimenteremo anche quella! … Ma per ora ci accontentiamo di sensibilizzare sull’handicap, che poi non è legato alla disabilità stessa ma è generato dalla condizione ambientale e sociale con cui la persona disabile convive. Auguro al signor Rozza una buona vita e che si renda conto che si sensibilizza maggiormente facendo riflettere con un’esperienza diversa che con tante parole sui giornali. Mi scuso per il lungo scritto purtroppo necessario affinché non passino messaggi controproducenti alle richieste di tante persone che desiderano ” vivere” la loro città al di là delle difficoltà.

Grazie dell’attenzione e cordiali saluti.

Cristina Piacentini

Referente “ Gruppo Zero Barriere”

Organizzatore dell’evento “Camminata su ruote”