Crema, 01 maggio 2016

VI Domenica di Pasqua

La Parola: At 15,1-2.22-29 Sal 66 Ap 21,10-14.22-23 Gv 14,23-29

Il vangelo di questa sesta Domenica di Pasqua è come una cerniera tra il periodo propriamente pasquale e quello caratterizzato dalle grandi feste che ci attendono, dalla Ascensione fino al Corpus Domini passando per la Pentecoste e la festa della Santissima Trinità. Da una parte infatti ci riporta ancora a quella sera, dove tutto è cominciato, durante quell’ultima cena che ci ha lasciato il compito di fare tutto questo in sua memoria. Ma nello stesso tempo la parola di Gesù ci spalanca all’attesa del rinnovato dono dello Spirito, colui che ci guida alla verità tutta intera, ricordandoci quello che ci ha insegnato il Signore Gesù. Ma, senza mancare di rispetto alla terza persona della Santissima Trinità, son sicuro che tutti noi siamo più desiderosi dell’altro dono promesso e consegnato da Gesù: la pace. Quella vera. Non come quella del mondo, che si concretizza, quando va bene, in un drammatico equilibrio di forze sempre pronto ad infrangersi per l’innata capacità autodistruttiva dell’uomo. Quanto bisogno abbiamo di questa pace vera fondata sull’amore e sul dono di se.

A partire dalle nostre case, dove tra marito e moglie o tra figli e genitori sorgono divisioni e malumori perché ciascuno è preoccupato solo di ciò che ritiene utile per il proprio benessere. Anche in casa pensiamo di far valere la regola principe della cultura imperante, per cui ciascuno deve poter avere tutto ciò che gli spetta di diritto. E sempre per questa pretesa al soddisfacimento dei propri desideri-diritti dobbiamo poi riconoscere la crescita esponenziale delle divisioni nella nostra società, anche tra amici e conoscenti. Come stupirci poi se rimaniamo sconvolti dalla presenza di tanti fratelli diversi da noi per lingua, colore di pelle e cultura, se non riusciamo a vivere in pace e serenità neanche con quelli a noi più prossimi?

Abbiamo davvero bisogno della pace vera, quella che allarga il nostro cuore, lo aiuta a vincere il timore dell’altro, che vince ogni turbamento. Affidiamoci a Gesù perché solo da lui possiamo ricevere tutto l’amore che ci serve per diffondere poi la sua pace attorno a noi.

Nella foto, don Natale Grassi Scalvini