Crema, 09 dicembre 2019

(piero carelli) Tante belle storie di donne. Donne che hanno saputo dimostrare quanto valgono. Non è, certamente il caso, cadendo nella retorica, di parlare di una “marcia in più” di cui sarebbe dotata l’altra metà del cielo, ma una cosa pare certa: una volta liberate dalle catene a cui erano legate per secoli e secoli, esse si stanno affermando in ogni ambito, anche in ruoli da sempre appannaggio dei maschi. Naturalmente, con le loro peculiarità. Quali? Così dichiara un’altra delle nostre ricercatrici di rango, la dott. Marta Scorsetti (direttore dell’Unità operativa di Radioterapia e Radiochirurgia dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano): “Noi donne abbiamo qualcosa dentro che ci distingue ed è la nostra sensibilità e attenzione”. Non è di sicuro opportuno generalizzare (è la stessa Scorsetti che lo precisa): anche gli uomini non mancano di sensibilità, ma “...di frequente è più spiccata nella donna” (si veda il saggio di Greta Mariani in “Donne al lavoro”).

Una qualità che abbiamo toccato con mano nel caso dell’imprenditrice Silvia Bolzoni: se ha ricevuto riconoscimenti di tutto rispetto, se è riuscita a creare il secondo miglior luogo di lavoro in Italia, è proprio grazie alla sua sensibilità di donna e alla sua attenzione alle persone.

Una qualità che ritroviamo pure nella responsabile marketing della Pallacanestro di Crema, Lorenza Branchi: è stata la sua sensibilità a spingerla ad ideare il progetto, unico nel panorama sportivo, “nonviolenzacontro le donne”, con tanto di magliette rosa indossate da una squadra maschile il cui logo è un cuore graffiato “simbolo delle ferite che rimangono nell’anima”, un progetto che è stato premiato a Bruxelles con il “World fair play awards”.

Sensibilità, attenzione, ma anche ordine. L’ha sottolineato l’imprenditrice Marina Zanotti al Festival sull’occupazione femminile: dove lavorano i maschi il disordine è sovrano; al contrario, dove operano le donne, regnano l’ordine e la pulizia. La stessa Marina Zanotti, inoltre, evidenzia un’altra peculiarità a suo dire tipica delle donne: il loro essere in grado, a differenza dei maschi, di svolgere contemporaneamente più operazioni.

Tutte peculiarità rivendicate con forza dalle donne: sono proprio loro (o almeno quelle che si sono espresse sul tema durante il Festival) ad essere contrarie alle “quote rosa” (Michela Fauci, arpista di professione, confessa di sentire dell’allergia quando sente parlare di dette quote).

Peculiarità femminili che individuiamo anche nella giovane imprenditrice agricola, Mara Inzoli: molto importante, secondo lei “il benessere animale che passa dalle cure profuse, dall’attenzione costante, dalle apparecchiature (ventilatori, docce, cuccette, ecc.) che, oltre ad assicurare una redditività, contribuisce a garantire un’esistenza migliore agli animali di allevamento, consentendo di garantire al consumatore una qualità del prodotto finale (carne, latte o formaggio) decisamente superiore” (si veda il saggio di Elena Benzi in “Donne al lavoro”).

Peculiarità, quindi, che, oltre a generare un valore sociale, producono un bene economico.


Nelle foto, Lorenza Branchi, Marina Zanotti, Marta Scorsetti