Crema, 16 marzo 2018

Fanno 3500 euro. Per ogni giorno di ritardo a partire dal 15 marzo. E ci sono 45 giorni di tempo, sempre a partire dal 15 marzo per attuare quel che da contratto c'è da fare. In caso contrario, prima si paga, poi si paga ancora e, alla fine il contratto va a farsi benedire. Non con proprio queste esatte parole, ma il succo del discorso che l'assessore Fabio Bergamaschi ha tenuto ieri ai rappresentanti di Gestopark di Massimo Garrone è proprio questo. Dove sono i sensori e i tabelloni elettronici che avrebbero fatto di Crema una città computerizzata, almeno per quel che riguarda i parcheggi? Dove sono i grandi tabelloni che ti avvisano dove c'è posto per parcheggiare e tutte le applicazioni avveniristiche che avrebbero evitato al povero conducenti tanti giri alla ricerca del posto libero? Non ci sono e, dopo aver pazientato, Bergamaschi, pressato non poco anche da colleghi e avversari, ha deciso che era tempo di agire. "Prima c'era in ballo il contenzioso con l'altra società - racconta l'assessore; - poi c'è stato di mezzo il Natale. Adesso che scusa c'è? Quindi, il tempo dell'attesa è finito: da ieri si contano i giorni e i giorni che passano costano".

Garrone è avvisato: 45 giorni di tempo per far diventare Crema una cittadina dal parcheggio tecnologico. Altrimenti, si paga (e 3500 euro il giorno non sono pochi).

Nelle foto, il patron di Gestopark Massimo Garrone e l'assessore Fabio Bergamaschi