Crema News - Perplessità e perplessità

Crema, 07 aprile 2021

Noi per la famiglia contro un'iniziativa del Munari.

"Solo pochi anni fa, quando alcuni movimenti e associazioni scesero in piazza per dire no al gender nelle scuole, i media mainstream fomentati da esponenti della galassia LGBT, dissero che il gender era una invenzione dei cattolici.

"Veritas filia temporis", ci ricorda l’antica saggezza popolare, e così è stato. Sono passati solo pochi anni e quella che inizialmente era stata fatta passare per una menzogna dei cattolici si è invece palesata per quello che è: una pervicace ideologia che sta insidiando la nostra società e i nostri figli.

Per capire quanto le teorie gender si stiano diffondendo, basti pensare che nei prossimi giorni, anche presso una scuola di Crema (l’Istituto Munari) verrà proposto un progetto dal titolo Riflessioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”

Di cosa si parlerà? Da quanto hanno riferito dei genitori si parlerà di stereotipi nella sessualità, identità di genere, omofobia, transfobia, minority stress, etc. Chi condur rà questi incontri? Al momento pare che ai genitori non sia stato detto. Ma gli interrogativi e i dubbi sono molti. Sicuramente è stata segno di grande prudenza la scelta operata dal Dirigente scolastico di consentire la partecipazione a tale iniziativa solo agli studenti in possesso dell’autorizzazione dei genitori. Ma oltre a questo pare opportuno chiedere che tematiche così delicate siano trattate in modo ampio, anche con un contraddittorio, in assenza del quale è lecito temere che il progetto diventi solo un'occasione di indottrinamento, un tentativo di fare passare le tesi di questa ideologia come un dato scientifico condiviso ed indiscutibile.

Purtroppo, sempre più spesso, la scuola è usata come luogo per promuovere una sorta di “rivoluzione antropologica”; una rivoluzione che vuol giungere a mettere in secondo piano l’identità sessuale come condizione naturale e biologica. Un processo pericoloso perché porta a staccarsi dal dato reale, oggettivo, per perdersi nelle mille percezioni che una persona può avere di sé.

Non è un caso se invece di sesso (fondamentale per identificare una persona), si parla di genere (inteso come costruzione culturale e psicologica di un'identità); invece di uguaglianza tra uomini e donne, si parla di uguaglianza di genere. Questa rivoluzione antropologica, inoltre, tende anche ad attaccare la famiglia naturale, per sostituirla con una improbabile molteplicità di tipi di "famiglie". Si vuol far credere che anche due uomini possano costituire una famiglia ed avere figli, ma spesso ci si dimentica di dire che i figli ostentati da queste famiglie cosiddette “arcobaleno”, sono comprati e frutto della pratica dell’utero in affitto. Verrà detto tutto questo ai ragazzi che parteciperanno al progetto?

Spiace se ai giovani allievi del Munari verrà preclusa la possibilità di ascoltare anche il punto di vista di chi – rimanendo ancorato ad un dato di realtà - afferma ad esempio che maschi e femmine sono diversi, ognuno con una specifica ricchezza e che i figli nascono da un uomo e da una donna ed hanno bisogno di un padre e di una madre. I bambini non devono mai diventare “merce” venduta per soddisfare il desiderio di coppie omosessuali che, non accettando il proprio limite, scelgono di alimentare il turpe mercato dell’utero in affitto. Verrà detto agli studenti che parteciperanno al progetto quanto sia elevato il tasso di suicidi tra le persone transgender? Suicidi che avvengono anche in Paesi dove vi è una forte accettazione sociale dello stile di vita lgbt.

Vi sono genitori che comprensibilmente chiedono che le tematiche gender e le istanze del mondo LGBT rimangano fuori dalla scuola. O quanto meno che venga data la possibilità agli studenti di sentire più voci, più posizioni. Verrà fatto? Spero di sì, perché solo in questo modo la scuola mostrerà realmente di essere un luogo formativo e non un luogo di indottrinamento".


Flavio Rozza Presidente Ass.ne (Noi per la Famiglia – Lombardia)


... e le perplessità di Sinistra sull'uscita di Noi per la famiglia

"Leggiamo con interesse quanto scritto dal presidente Rozza, di “Noi per la famiglia” e ci stupiamo delle argomentazioni proposte.

In una inutilmente lunga esternazione parla di “indottrinamento delle teorie gender” spacciato per “evidenza scientifica”.

Parla di “indottrinamento” gli stessi che organizzano i “Family day” e che vorrebbero che la propria dottrina fosse legge.

Parla di “far passare per evidenza scientifica la teoria gender” coloro che alle evidenze scientifiche da sempre fanno seguire censure e ci vogliono riportare indietro di secoli.

Vuole affossare una legge contro l’omo-transfobia che sarebbe solo un segnale di civiltà.

Qui non si parla di teorie gender ed indottrinamenti ma di diritti e di rispetto.

Rispettiamo la fede individuale di ognuno, così come dobbiamo riconoscere i diritti di chi non fa altro che essere sé stesso.

E il diritto di essere se stessi, di non essere discriminati, di potersi riconoscere come coppia anche se non si risponde ai requisiti di una fantomatica quanto anacronistica definizione di “Famiglia tradizionale” deve essere un punto saldo di una società civile.

Proprio a proposito di “indottrinamento”, siamo invece d’accordo con l’affermazione di chiusura del presidente Rozza: le scuole devono essere luogo formativo e non di indottrinamento, e allora battiamoci insieme affinché quella che oggi è l’ora di “religione cattolica” possa diventare un’ora laica di “studio delle religioni del mondo”, per insegnare il rispetto e la solidarietà o, ancora meglio, un’ora di “diritti e senso civico”, perché tutti possano essere integrati, senza essere discriminati, e tutti possano praticare la propria fede allo stesso modo.

Perché è questo il punto: o i diritti sono collettivi o sono privilegi e certe affermazioni restano oggi fuori dalla logica e dal tempo".


Paolo Losco (Coordinatore provinciale Sinistra Italiana - Cremona)