Crema News - Spedizione punitiva

Crema, 24 settembre 2020


"Ti uccido" e giù botte. Tre italiani denunciati per una spedizione punitiva organizzata nei confronti di uno straniero, finita a pugni e interrotta solo dall'arrivo, in soccorso del malcapitato, di alcune persone. L'episodio porta la data del 16 settembre, quando la sera, nei pressi del cimitero maggiore, da un'auto scende un individuo che ferma uno straniero. L'uomo mostra una pistola, minaccia di ucciderlo e lo colpisce con dei pugni in faccia. Poi, quando in soccorso del ragazzo picchiato stanno arrivando altre persone, l'aggressore risale nell'auto guidata da un complice e fugge. Sul posto vengono chiamati i soccorsi e la polizia. Il ferito viene medicato al pronto soccorso e dimesso con una prognosi di dieci giorni. Gli agenti controllano i filmati di videosorveglianza e ascoltano i testimoni. Risalgono così alla targa della vettura e alle persone che avevano organizzato l'assalto. In breve la polizia fa luce sull'episodio che ha le sue origini qualche giorno prima, quando la vittima era intervenuta in una lite tra uno straniero suo amico e un italiano. Per vendicare lo sgarro, il ragazzo italiano aveva ingaggiato altre due persone e aveva organizzato l'agguato. In breve sul registro degli indagati sono finite le tre persone che avevano messo in atto il raid vendicativo, un uomo di 42 anni, uno di 35 e un ventenne. L'agguato era stato studiato: il ventenne aveva seguito lo straniero e comunicato per telefono i suoi spostamenti agli altri due che, una volta arrivati davanti al cimitero, lo avevano fermato e picchiato, oltre a minacciarlo di morte mostrandogli una pistola. Le abitazioni dei tre sono state in seguito perquisite e all'interno sono state trovate due pistole a gas compresso, una delle quali utilizzata per l'intimidazione. Gli autori del raid sono stati denunciati per minacce e lesioni personali aggravate e sono in corso altre indagini per verificare se vi siano gli estremi per una nuova denuncia per discriminazione o odio razziale.


Nella foto, la pistola sequestrata