Crema News - Sabrina, ipotesi di delitto

Crema, 20 settembre 2020


Nella casa di via Porto Franco, teatro della tragedia, sono state trovate poche tracce di sangue sul letto e in bagno, molte di più sul pianerottolo e sul corrimano. La scena del delitto potrebbe essere che Alessandro Pasini tenta un approccio con Sabrina che non ci sta e fugge, inseguita. Sul pianerottolo lotta, cade, picchia la testa e muore. Pasini, impaurito, prende il cadavere e lo mette sul letto, per avvolgerlo in una coperta e poi va a recuperare la Panda, parcheggiata in strada, che porta in cortile, nei pressi della porta di casa e lo carica in auto. Quindi risale in casa, pulisce dal sangue e va a lavarsi in bagno. Quindi, se ne va a casa per presentarsi a pranzo alla trattoria Stati Uniti, alle 12.30. Lascia gli amici alle 14.30 per andare con il suo monopattino in via Porta Franco a prendere la Panda. Alle 15.11 passa in auto sotto la telecamera di Vergonzana, per ripassare alle 15.13 in monopattino. Alle 16 rientra alla trattoria dagli amici. Infine, alle 20.30 ritorna a Vergonzana, prende la Panda dove c'è il cadavere di Sabrina, va in una strada vicinale, cosparge l'auto con il gasolio e le dà fuoco. Quando si è procurato il carburante? E dove sono finite le latte che lo contenevano? Qualcuno lo ha acquistato per lui e poi ha fatto sparire i contenitori? Non c'è traccia del ritorno a casa di Pasini, che non ripassa sotto la telecamera.

La versione di Pasini, naturalmente, differisce. Secondo quanto ha detto ai giudici e, per quel che se ne sa, scritto nella lettera all'avvocato. Lui e Sabrina hanno assunto droga. Lui si è addormentato e lei è andata in bagno, dove si è sentita male, cadendo sul bordo della vasca e ferendosi prima di morire. Così l'ha trovata lui che, preso dal panico, ha architettato il piano per far sparire la donna e per far saltare in aria l'appartamento. In questo modo avrebbe cancellato le prove.

Alessandro Pasini ha fatto tutto da solo o potrebbe avere avuto dei "fiancheggiatori"? Un interrogativo racchiuso all'interno di una serie di circostanze e situazioni su cui si è focalizzata l'attenzione degli inquirenti. 

Pasini scambia con una donna messaggi via Messenger in cui si parla di un appuntamento per la sera del 14 agosto.

Invia messaggi anche a un'altra donna. Il primo è alle 4.45 del 15 agosto. I toni sono quelli di un appuntamento mancato e di chi si ritrova solo. Si deve pensare che a quell'ora Sabrina sia già morta. L'ultima sua traccia è un emoticon inviato alle 4.11 in risposta a un messaggio WhatsApp dell'amico Luigi Degli Angeli alle 3.16. Prima delle 4.45 una vicina sente una voce di donna urlare "Aiuto, aiuto, no". 

La porta dell'abitazione della Beccalli, in via Enrico Martini, viene trovata chiusa dai carabinieri nelle prime ore delle ricerche della proprietaria della Panda data alle fiamme nella località di Vergonzana. La porta è invece aperta quando il figlio quindicenne della donna si presenta in casa della madre. Qualcuno si è introdotto nell'abitazione e con quale scopo? 

I sandali o meglio gli zatteroni di Sabrina sono stati ritrovati il 20 agosto, cinque giorni dopo la scomparsa, a una chiusa del canale Vacchelli, nel comune di Salvirola. Siamo a circa sei chilometri da Crema e a cinque da Vergonzana. I familiari le hanno riconosciute: calzature caratteristiche, inconfondibili, una fascia bianca per una e marrone per l'altra, tacco alto color arcobaleno, numero 36. Le avevano notate ai piedi di Sabrina ancora nel pomeriggio di venerdì 14 agosto, poche ore prima che la donna venisse inghiottita nel mistero. 

Tracce di sangue sono rimaste impresse, a Vergonzana, sui bordi di una cisterna di liquami, a circa un chilometro dal punto dove è stata incendiata l'auto.


Nella foto, Alessandro Pasini e Sabrina Beccalli