Palazzo Pignano, 23 dicembre 2021

Prima udienza del processo per omicidio stradale nei confronti di Edgar Lucca, accusato di aver investito e ucciso il 18enne Petrisol Cioroaba, la notte di domenica 2 settembre 2019 e poi di essere fuggito senza fermarsi a prestare soccorso. Davanti al giudice sono sfilati i primi testimoni. Il comandante della stazione dei carabinieri di Pandino, Gerardo Giordano ha ricordato come venne trovato il corpo del ragazzo, 36 ore dopo l'investimento e come fossero stati messi in allarme della famiglia del ragazzo, che ne aveva denunciato la scomparsa. A far trovare Petrisol era stato Edgar Lucca, che solo il martedì era tornato sul posto dell'investimento e aveva visto il cadavere. Il comandante ha anche riferito dello stato in cui era stata rinvenuta la Fiat Punto di Lucca, fortemente danneggiata dopo l'investimento. L'imputato ha sempre sostenuto di non essersi accorto di aver investito una persona, ma di aver creduto di aver sbattuto con l'auto contro il guard rail a causa di un colpo di sonno. Aveva cominciato ad avere alcuni dubbi quando aveva visto il tam tam su facebook degli amici di Petrisol che avvertivano della sua scomparsa e che lo stavano cercando.

Secondo l'autopsia eseguita sul cadavere, il ragazzo sarebbe morto sul colpo dopo l'investimento, a causa dello sfondamento del cranio. Amici e carabinieri avevano battuto la strada alla ricerca del giovane, che era uscito dalla discoteca Magika e aveva detto che sarebbe tornato a casa a piedi, senza però trovare il cadavere che, a causa del violentissimo colpo, era stato gettato oltre il guard rail, finendo nella vegetazione circa quattro metri più in là.

Al termine il giudice ha rinviato al 13 aprile per sentire i consulenti, i genitori di Edgar Lucca e la mamma di Petrisol, presente in aula durante l'udienza e difesa dall'avvocato Francesco Maria Nucera.


Nelle foto, Petrisol Cioroaba, la vittima e il punto del ritrovamento del cadavere