Crema News - Morte del professore: troppe domande senza risposta

Crema, 12 gennaio 2022

Morte di Mauro Pamiro, troppe domande senza risposta. E si riprende.

Sei mesi. Il tempo assegnato dal giudice per le indagini preliminari alla procura per nuovi accertamenti. Si cerca la verità nella morte di Mauro Pamiro, insegnante e musicista di Crema, trovato cadavere nel cantiere di una villetta in costruzione, la mattina del 29 giugno di due anni fa. 

Il gip di Cremona, Giulia Masci, ha rigettato la richiesta del pm Davide Rocco di archiviare la posizione di Debora Stella, moglie di Pamiro, iscritta nel registro degli indagati per omicidio volontario. Ha accolto i punti principali del ricorso contro l'archiviazione presentato dai legali dei genitori di Pamiro, Gian Luigi Tizzomi e Antonino Andronico. 

La dinamica. Pamiro viene rinvenuto con la colonna vertebrale devastata dalla caduta. Secondo il medico legale Elena Invernizzi l'altezza dell'edificio in costruzione, con un colmo di 7.50 metri, è "coerente con il meccanismo lesivo produttivo del decesso". Il corpo non aveva ferite. Attorno non c'era sangue salvo qualche traccia su un frammento di tegola, accanto alla testa del cadavere. Pamiro era sotto l'effetto della cannabis. Erano stati esclusi sia l'azione di terzi, sia il trasporto del corpo (alle 2 di domenica 28 giugno una telecamera aveva ripreso Pamiro camminare in una direzione compatibile con il cantiere). Il professore era morto suicida o per una caduta accidentale. 

Antitetica la posizione della parti offese. Pamiro non aveva mai manifestato propositi di suicidio. Da escludere anche la caduta. Com'era possibile che un uomo di 44 anni, affetto da una forma di distrofia muscolare, riuscisse a inerpicarsi fino a un ponteggio a un'altezza di cinque metri e di lì, senza appoggi e superando la rete para salto, a raggiungere la sommità del tetto? Perché il dorso non presentava ecchimosi prodotte dall'impatto con il suolo? Come si conciliava la terribile lesione dorsale con una ferita abraso-contusa sulla fronte e altre abrasioni sulla parte anteriore del corpo? 

La moglie di Pamiro. La mattina di lunedì 29 giugno aveva dichiarato alla squadra mobile di avere colpito il marito al capo con un bastone, di averlo poi ucciso e di essersi fatta aiutare da due persone a pulire il sangue. Per il pm dichiarazioni "altamente confusionarie" di una persona che nella stessa giornata era stata ricoverata nel reparto di psichiatria di Crema per un T.S.O. Una volta dimessa, Debora Stella aveva dato al pm dichiarazioni che "avevano trovato molteplici riscontri esterni". 

I legali della famiglia avevano sottolineato alcuni punti. Un litigio fra i coniugi nella giornata di sabato 27 giugno. Il fatto che all'arrivo della polizia l'abitazione apparisse a soqquadro. La circostanza che la mattina di domenica 28 due persone erano state riprese a bordo della Citroen in uso a Debora Stella. 

Le indagini disposte dal gip. Acquisire il video delle prime dichiarazioni della moglie di Pamiro e i tabulati dell'utenza fissa. Analisi con il Luminol dell'abitazione e della Citroen. Esame della tegola per accertare eventuali impronte o Dna di terzi. 

Il padre del professore. “La richiesta di archiviazione era molto zoppicante. Mi attendevo la ricusazione da parte del Gip ”Giulia Masci.

Per quali motivi?

“Come si fa a dire che mio figlio è caduto prono e poi si è girato supino? Sulla schiena non ci sono segni che invece sono nella parte anteriore del corpo. Come si fa a sostenere che si è buttato dal tetto, con i problemi di movimento che aveva? E’ una ricostruzione surreale dell’accaduto”.

Sua moglie come ha preso la notizia?

“Mia moglie è consapevole che suo figlio non glielo ridà più nessuno ed è sempre molto scossa per questa perdita”.

Avete rapporti con Debora?

“Nessuno. L’ultimo, mesi fa, quando le ho mandato un messaggio per dirle di passare in banca a disdire una carta di credito intestata a Mauro e che non era più in uso. Mi sembrava sciocco continuare a pagare il canone. Per tutta risposta ha fatto chiamare i nostri avvocati dal suo legale dicendo di non chiamarla più”.

Adesso cosa succede? Risponde l’avvocato Antonino Andronico, legale della famiglia Pamiro.

“Attendiamo la procura. Quando disporrà gli esami richiesti, ci presenteremo io, il collega Tizzoni, il generale Garofano e il perito Capra, nostri consulenti”.


Nella foto, Franco Pamiro