Crema News - Mazzetti resta in carcere

Crema, 23 novembre 2020

Il giudice delle indagini preliminari Pierpaolo Beluzzi ha respinto le richieste dell'avvocato Pier Antonio Vailati, che assiste Attilio Mazzetti e lascia in carcere il suo assistito. E l'avvocato Vailati inoltrerà ricorso al Tribunale della libertà.

Stamattina il gip Beluzzi ha fatto conoscere la sua decisione, maturata in seguito all'interrogatorio in carcere di Attilio Mazzetti. Il cremasco era stato mandato dietro le sbarre perché aveva dapprima cercato di corrompere e poi minacciato Michele Russo. In un primo momento Mazzetti avrebbe offerto al Russo 77mila euro per rifondere l'associazione Uniti per Cremona, nei confronti della quale Russo aveva emesso e riscosso una fattura da 27mila euro per la fornitura di impianti di allarme mai consegnati. I 27mila euro erano per la restituzione del denaro alla onlus e gli altri 50mila euro come rimborso per le grane e il disturbo a lui procurati. E la riconsegna dei soldi avrebbe dovuto avvenire con una lettera accompagnatoria di scuse che Mazzetti aveva preparato e passato a Russo. Davanti al rifiuto di Russo, Mazzetti era passato alle minacce. Tutto questo era arrivato all'orecchio della Guardia di Finanza che, una volta ascoltato Russo, era andata a casa sua e aveva trovato la lettera. Di qui l'arresto di Mazzetti per il tentativo di inquinare le prove, oltre alle minacce nei confronti di un testimone. Davanti alla decisione del Gip, l'avvocato di Mazzetti, il legale Pier Antonio Vailati, ha annunciato ricorso al Tribunale della libertà.

Ma intanto un altro pezzetto di questa storia, che vede implicati l'ex segretario della Onlus, i cremasco Renato Crotti e un fornitore di pasti fantasma, Cristiano Bozzoli, oltre che altre cinque persone, Gli impianti di allarme avrebbero dovuto essere montati nelle stanze dei pazienti post coronavirus dimessi dall'ospedale e ospitati in stanze riservate e separate al Kennedy. La presidente Bianca Baruelli però precisa, in una lettera, di non essere mai stata al corrente di una donazione di questi impianti, ma di aver ricevuto 100mila euro per l’acquisto di dispositivi di protezione individuali e farmaci e che avrebbe dovuto arrivare un altro finanziamento per l'ammodernamento l'impianto di climatizzazione, donazione mai pervenuta alla Fondazione. La presidente conferma che non si è mai parlato di impianti di allarme nelle camere, ma che tale voce era stata inserita a posteriori nel documento nel quale si fa riferimento alla fornitura dei dispositivi.


Nella foto, il giudice delle indagini preliminari Pierpaolo Beluzzi