
Palazzo Pignano, 28 giugno 2020
Morena Designati, uccisa giovedì nella sua abitazione, è da ieri nel pomeriggio nella camera mortuaria dell'Ospedale dei poveri di Pandino. Resterà lì fino al funerale di domani, alle 10, che saranno celebrati nel borgo antico di Gradella.
Detto che il magistrato Elisa Mombelli ha deciso di convalidare il fermo e mantenere Eugenio Zanoncelli, marito della vittima e presunto uxoricida, in carcere, a Palazzo Pignano in molti si interrogano su cosa sia davvero successo a un uomo giudicato da tutti tranquillo. La malattia della moglie, affetta da distrofia muscolare e Alzheimer, non è sembrato averlo mutato. Nessuno sembra aver mai sentito litigi, ma dal profondo emergono alcune voci non proprio rassicuranti. La donna, prima di ammalarsi, lavorava in una azienda che confezionava cosmetici. Alcune sue colleghe hanno riferito di averla vista arrivare al lavoro con dei segni sul volto e di averle chiesto che cosa fosse successo, ricevendo risposte vaghe, poco convincenti. Erano segni di percosse? Qualcuno ne è convinto. Non buonissimi i rapporti con i parenti della donna, alcuni dei quali raccontano di difficoltà a vederla. Zanoncelli, quando riceveva visite dai parenti di lei, cercava di non farli entrare in casa con varie scuse ("Non vuole vedere nessuno; sta riposando e non posso disturbarla"). Inoltre, è stato riferito che più volte alla donna è stato offerto dai parenti di allontanarsi da quella casa, per curarsi, forse per allontanarsi dal marito, ma che proprio lei non ne aveva mai voluto sapere. Infine, sorgono dubbi sull'ora del decesso. Nessuno ha sentito un litigio quella sera e si sta facendo largo l'ipotesi che la donna sia stata uccisa nel pomeriggio. Zanoncelli avrebbe atteso il rientro del figlio, avvenuto intorno alle 21.30, per allontanarsi da casa, portare il ragazzo dal fratello e poi darsi alla fuga. Una fuga non proprio convincente, visto che l'uomo è rimasto nella campagna di Rivolta d'Adda per poi farsi prendere all'alba.
Nella foto, Morena Designati, la vittima