
Crema, 07 aprile 2021
Sono stati 36 i giorni di mal’aria a Crema in questo inverno, considerando i primi tre mesi dell’anno. Un numero che negli ultimi anni, si pone a metà tra i minimi e i massimi, ma che ha fatto segnare sì un considerevole numero di sforamenti, ma anche un generale miglioramento della qualità dell’aria cittadini, in quanto gli sforamenti, salvo casi eccezionali, non sono stati molto al di sopra del valore d’attenzione, fissato a 50 mmg/mc.
Peggio di questo ultimo inverno sono andati lo scorso anno (39 giorni) e il 2019, che ha visto ben 45 giorni out. Il massimo è stato raggiunto nel 2015, con 49 giorni sopra la soglia d’attenzione, mentre nel 2016 e 2018 hanno visto 22 e 23 giorni out.
C’è da dire che gli ultimi due anni, con il lock down che ha diradato il traffico, hanno visto diminuire gli sforamenti ed esaminando i valori assoluti, marzo 2021 è secondo solo al 2016, con 71 mmg contro i 52, ma ha poco a che vedere con il 2017, quando si arrivò a toccare quota 114 o il 2015, con 98. Se quest’ultimo inverno ha visto una sola volta il valore sfondare quota 100, in febbraio con 103, lo scorso anno il massimo fu 91, mentre il valore più alto fu toccato nel 2017, con 126 mmg/mc. Ma la qualità peggiore dell’aria normalmente si ha a gennaio, sia per numero di giorni di sforamento, sia per valori assoluti. Mentre quest’anno in questo mese ci sono stati solo 12 giorni di superamento, record negli ultimi sette anni, con un massimo a 91 mmg, secondo solo allo scorso anno, quando il top fu 83, nel 2017 si toccarono i 160 mmg. E il 2016 fu anno record, con 161 mmg, nonostante ci siano stati febbraio e marzo ricchi di precipitazioni. Infatti, dopo i 17 giorni di sforamento a gennaio, nei due mesi seguenti ci furono solo sette superamenti di quota 50.
In definitiva, negli ultimi due inverni c’è una palpabile diminuzione del traffico veicolare con conseguente abbassamento dei livelli di Pm10, aiutati anche da un innalzamento delle temperature minime che hanno di fatto mitigato l’uso del riscaldamento.