Crema, 09 luglio 2020


"Non abbiamo versato nelle casse del comune gli 800mila euro? C'è una ragione e siamo disposti a saldare quanto dovuto".

Ha una risposta per tutte le domande Mario Denti, oggi amministratore della Gerundo center, società alla quale partecipa il figlio Riccardo, che vede la presenza della Banca di Piacenza, che intendeva (e intende) sanare la situazione dell'ecomostro di via Indipendenza, ancora fermo al palo dopo oltre tre anni di (estenuanti) trattative. La Gerundo non ha versato né la prima rata di 400mila euro, a novembre, né la seconda rata, sempre di 400mila euro, il 30 giugno. Quindi convenzione per cominciare a sistemare l'ecomostro di via Indipendenza sfumata e richiesta da parte di Simone Beretta (FI) di escutere le fidejussioni emesse dalla Gerundo center a garanzia (270mila euro circa).

Parla Antonio Denti.

Perché non ha pagato?

"Abbiamo avuto alcuni contrattempi e poi il coronavirus ha interrotto tutto. Adesso siamo pronti".

Per questo chiedete di riallacciare il discorso con il comune. Quando?

"Anche domani. Tutto si sta appianando in queste ore".

Ma ci sono i soldi?

"Posso dire che sono sul conto corrente".

Quindi se il comune vi chiede di versare i primi 400mila euro lo potete fare.

"Nella prossime ore".

Ma se avete i soldi sul conto corrente, perché non li potete usare?

"Sono in corso trattative con la banca che si stanno risolvendo nelle prossime ore".

Di che cifra stiamo parlando?

"Sono 6.1 milioni di euro".

Come va la collocazione dello stabile sul mercato?

"E' una storia che comincia nel 2006. Tre anni fa abbiamo accettato di lavorarci. Il comune ci aveva garantito un interessamento sul 40% dello stabile, ma poi la prospettiva è sfumata. Posso dire che abbiamo interessi da parte di acquirenti per circa il 70% del fabbricato e forse più".

Lo stabile ha un piano in più.

"Sì, avrebbe dovuto essere destinato a scopo abitativo, ma ora faremo altro. Si tratta, a opera finita, di 3400 metriquadri e di un parcheggio da 40 auto".

Perché non avete avvertito il comune che non sareste stati in grado di pagare la prima rata e neppure il saldo?

"La banca con la quale abbiamo trattato (la Banca di Piacenza, ndr) ci ha fatto parlare con tre direttori con i quali abbiamo trovato un accordo soddisfacente. Ma in breve tempo uno è andato in pensione, l'altro si è innamorato della pesca al salmone in Canada ed è sparito e il terzo è rimasto da solo e ha chiesto di rinegoziare. Questo ha comportato il primo slittamento. Poi il coronavirus ha fatto il resto".

Stavolta ce la facciamo?

"Aspettiamo a ore la telefonata giusta".