Crema News - "Dategli 24 anni"

Milano, 07 aprile 2021

"E' un terrorista, confermate la condanna a 24 anni di prigione".

Nel sunto, questo quanto ha chiesto il procuratore generale di Milano, Lucilla Tontodonati stamane nel processo d'appello a Ousseynoi Sy, l'uomo che il 20 marzo 2019 dirottò il pullman del quale era autista per portare due classi di ragazzi della seconda media Vailati e tre adulti a morire sulla pista di Linate. L'attentatore, 47 anni di origini senegalesi ma naturalizzato francese, in Italia da parecchi anni, dove si è sposato, ha avuto due figli e poi si è separato, aveva intenti terroristici, afferma sempre il procuratore generale: "Con sé aveva un coltello, una pistola, una tanica di benzina che ha sparso sul pavimenti. Ha preso in ostaggio e come scudo due ragazzi, aveva una volontà politica, voleva che il governo italiano si piegasse all'accoglienza di tutti i migranti, ha dato fuoco al pullman mentre c'erano ancora persone a bordo. E' un terrorista, per questo motivo va condannato e la sua pena deve essere quella comminata dai giudici di primo grado".

Dopo la mattinata l'udienza è stata sospesa e oggi parleranno i rappresentanti del ministero e delle Autoguidovie, dopo di che prenderà la parola Giovanni Garbagnati, che difende l'autista. Probabilmente si finirà intorno alle 18 e poi i giudici aggiorneranno l'udienza a venerdì prossimo quando, salvo eccezioni sollevate e accolte, ci sarà la sentenza. Nessun ragazzo in aula, ma ci sono avvocati cremaschi che rappresentano gli interessi delle famiglie dei ragazzi e degli adulti rapiti costituitisi parti civili: Antonino Andronico, Vittorio Patrini, Ilaria Groppelli e, per il comune di Crema, il legale Giuseppe De Carli.

Il rappresentante dell'avvocatura dello stato, nella sua prolusione, ha puntato il dito sul comune di Crema, in quanto ha sottoscritto l'accordo con Autoguidovie per il trasporto delle scolaresche, cosa che non avrebbe dovuto fare. L'avvocato cremasco Antonino Andronico, che assiste quattro famiglie di ragazzi dirottati, ha chiesto un risarcimento danni di 300mila euro per ciascun ragazzo, ottenendo dalle Autoguidovie, al primo processo, una provvisionale di 25mila euro per ciascuno, in attesa che il tribunale definisca l'entità del risarcimento.

La difesa ha eccepito che il suo assistito non voleva assolutamente fare del terrorismo e tantomeno uccidere qualcuno ma che il suo atto era esclusivamente dimostrativo perché voleva porre l’attenzione sui bambini morti nell’attraversamento del Mediterraneo. Garbagnati punta a far ottenere al suo assistito le attenuanti e, quindi, avere una riduzione della pena di 24 anni.

Ha parlato anche l'imputato che ha ribadito di non aver avuto mai l'intenzione di uccidere nessuno, ma che il deve essere considerato un atto dimostrativo per attirare l'attenzione sui bambini morti ne Mediterraneo e far passare una legge più propensa all'accoglienza dei migranti.

Venerdì alle 10 ci saranno le repliche e poi la corte si riunirà per decidere la sentenza.


Nella foto, gli avvocati Patrini e Groppelli