Crema News - Medicina territoriale, preoccupazione

Torlino Vimercati, 01 luglio 2021

È preoccupato Giuseppe Figoni, vicesindaco ed assessore ai servizi sociali del Comune di Torlino. Preoccupato perché la medicina territoriale, a suo avviso, va ripensata ed in fretta. Da qui la decisione di scrivere all’assessore regionale alla Sanità Letizia Moratti, al presidente della Provincia Mirko Signoroni e al presidente dell’area omogena del Cremasco Aldo Casorati. “La tragedia della pandemia che abbiamo vissuto –inizia Figoni- è un'occasione che non può andare perduta per condurci ad una riflessione condivisa tra e con tutti gli enti, che a vario titolo, operano a favore della salute dei cittadini. La pandemia ha evidenziato la precarietà di un’organizzazione sanitaria che soffre di uno sbilanciamento generale sull'asse ospedaliero. È sotto gli occhi di tutti la necessità di potenziare e riorganizzare la rete dei servizi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione territoriale, per rispondere alla nuova domanda di salute, attraverso le attività di prevenzione, diagnostica e riabilitazione territoriale e domiciliare ed è impellente la necessità di un cambiamento fondato su nuovi modelli di servizi territoriali che portino al riassetto delle cure primarie”. Secondo Figoni dopo tante parole spese sul tema durante la fase di emergenza sanitaria, il rischio è che ora nulla cambi “E rimanga senza risposta l'esigenza di una nuova organizzazione della medicina del territorio che preveda l'integrazione ospedale-territorio attraverso gli interventi domiciliari socio-sanitari, il potenziamento dei servizi di residenzialità assistita e di sanità territoriale e domiciliare”. “In questa ottica –prosegue il vicesindaco- vorrei proporre il mio personale contributo nel fornire concrete proposte di miglioramento. Dovrebbero essere recuperati i presidi sanitari minori, come l'ospedale di Rivolta d'Adda, quello di Soresina e quello di Crema. È necessario aumentare il numero dei posti letto di terapia intensiva a disposizione. Occorre creare centri decentrati per visite, diagnostica e prestazioni infermieristiche. Questi interventi consentirebbero di decongestionare gli ospedali e ridurre i tempi di attesa. Bisogna porte rimedio all’ormai cronica insufficienza dei medici di base per evitare che i pazienti diventino solo un numero e si affollino presso i pronto soccorso per ottenere legittime risposte al proprio bisogno di cure”.


Nella foto, Giuseppe Figoni