Crema News - Arianna alle finali per Sanremo rock

Crema, 22 marzo 2021

Arianna Vitale ha passato le selezioni della 34° Edizione del Festival Sanremo Rock nella Sezione Trend con un brano che tratta un argomento scomodo e difficile: la pedofilia.

E' stata immensa la felicità, come ci racconta lei stessa, quando ha ricevuto la mail in cui le è stato comunicato di essere stata ammessa direttamente alle Finali Regionali in quanto il materiale inviato è stato definito dalla commissione, citiamo testualmente,"di spessore artistico, culturale molto elevato, ed originale".

Non è la prima volta che la cantautrice Arianna Vitale affronta con esiti positivi un tema scomodo, infatti nel 2016 aveva già vinto nella sezione inediti il concorso Premiatissimi a Sanremo con la canzone Non chiamarlo amore.

In quel caso la canzone raccontava di violenza domestica e le valse, l'anno successivo, il premio critica Marinella Venegoni.

Una bambina. Questo il titolo del brano, ancora inedito, con cui Arianna Vitale si giocherà la finale regionale, portando sul palco un tema difficile da raccontare, la pedofilia

Fedele al suo stile di composizione, Arianna porta un testo crudo, diretto. Pur essendo a tratti disarmante è capace di evocare immagini di terrore senza rinunciare ad un pizzico di poesia. Nessuna metafora, nessun giro di parole. Solo l'ingenuità di una bambina che inutilmente confida nella pietà del suo brutale assassino.

La cantautrice va sempre dritta al punto, come un pugno nello stomaco. Pur regalandosi qualche licenza poetica, l'artista racconta una storia realmente accaduta. E, anche in questo caso, riesce a far arrivare un grido di dolore alle orecchie più ovattate, vincendo l'omertà che ruota intorno all'argomento.

Una bambina è liberamente ispirata a una storia vera, accaduta in Florida nel 2015 ai danni di Jessica, trovata morta dopo essere stata ripetutamente stuprata, a soli 9 anni.

"Ho scelto intenzionalmente una storia senza lieto fine. Sarebbe stato facile scrivere una canzone dove il bene trionfa sul male, ma non avrebbe avuto senso.Questa è una canzone di denuncia. In primis alla mancanza di pene certe e pesanti ai danni dei pedofili, e non ultimo a questa società che troppo spesso insabbia e ignora l'esistenza di un problema tanto grave. In un momento storico come questo, dove la musica emergente sta rivoluzionando il senso comune della nuova musica italiana, ci vuole coraggio. Senza coraggio rimarremmo solo interpreti di musica leggera"

Non resta che aspettare che si possano svolgere le finali in piena sicurezza e seguire il percorso di questa "diversamente giovane" artista.

Abbiamo chiesto ad Arianna che cosa si aspetta da questa esperienza e lei ha risposto:

"Mi aspetto di riuscire a comunicare quello che sono, quello che penso. Mi aspetto di vincere la mia timidezza e la mia emotività, che da sempre mi attanaglia sui palchi. Mi aspetto di essere ascoltata e compresa. Mi aspetto e spero di essere apprezzata e magari continuare il percorso verso la finale nazionale"

Abbiamo chiesto all'artista il motivo di questa scelta, e lei ha risposto:

"perchè viviamo nell' insostenibile leggerezza dell'essere (cit. Kundera). A me piace anche approfondire, scavare. Sono fatta così: sono sensibile ai temi sociali e ai soprusi"

Va detto, ad onor del vero, che la cantautrice si prodiga anche nella vita privata a sostenere le fasce più deboli. Concerti di solidarietà e raccolta fondi per associazioni (per esempio il progetto Ahri & Arca) , nonché attiva partecipazione alle iniziative di Amnesty. Non ultimo, la maratona musicale per la liberazione di Zaki.


Nella foto, Ahri