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Cremasco, 22 marzo 2022

VI Domenica- di Pasqua C

La Parola: At 15,1-2.22-29 Sal 66 Ap 21,10-14.22-23 Gv 14,23-29:

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 14,23-29

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: 'Vado e tornerò da voi'. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate".


Durante la visita alle famiglie per la benedizione pasquale più di una volta, dopo aver concluso con un bel augurio di Buona Pasqua, mi è capitato di sentirmi rispondere, in modo anche stupito, che ormai la Pasqua è passata da un pezzo; ma per fortuna tutti capiscono subito, non appena lo ricordo loro, che in realtà il periodo di Pasqua finisce, o meglio, si completa con la festa della Pentecoste. Per noi che partecipiamo regolarmente alla liturgia domenicale questo ci sembra un dato di fatto ben assodato.

Anche oggi infatti la liturgia ci propone un brano del vangelo ambientato durante l’ultima cena, momento di inizio del triduo pasquale, e le parole di Gesù ci parlano proprio del dono dello Spirito, quel dono fatto dal Risorto in persona la sera stessa di quel primo giorno dopo il sabato, nel giorno della risurrezione. E non possiamo dimenticare che l’evangelista Giovanni addirittura dice che Gesù, proprio nel momento della morte, ‘consegnò lo Spirito’ (parédoken to pnéuma). Anche il dono della pace è qui espressamente offerto da Gesù e ci ricordiamo tutti bene che il primo saluto del Cristo risorto ai discepoli raccolti nel cenacolo è proprio:’Pace a voi’.

Insomma per Gesù questi giorni, appena prima e dopo la sua morte e risurrezione, sono davvero un momento solo, unico, particolarmente significativo e tanto importante da dare senso e valore a tutte le opere e gli insegnamenti dati in precedenza. Ecco allora che anche la richiesta di rimanere uniti a lui, soprattutto nel mettere concretamente in pratica il grande e nuovo comandamento dell’amore secondo l’esempio che lui ci ha dato, diventa davvero la cifra interpretativa di tutto il suo operato e quindi di tutto quello che noi siamo e possiamo fare per essere suoi discepoli, figli adottivi dell’unico Padre.

Noi siamo però consapevoli che pur amando Gesù e conoscendo bene le sue parole, non sempre siamo fedeli esecutori del suo comandamento dell’amore. Ma lo sa ovviamente anche lui, e lo dimostra il tono accorato e confidenziale di queste ultime sue parole, il suo testamento spirituale durante l’ultima cena. Ma soprattutto il fatto che contestualmente al comando, così esigente e deciso, ci offre subito il grande aiuto e sostegno dello Spirito Santo: se non ce la facciamo da soli lo Spirito ci darà la forza necessaria.

La Pentecoste, pienezza e compimento della gioia pasquale, è ormai vicina e se è necessario ogni giorno invocare il dono dello Spirito, preghiera che implicitamente rivolgiamo a Dio ogni volta che ci facciamo il segno di croce nel nome della Trinità, ancor più indispensabile diventa in questo periodo la richiesta del dono dello Spirito San- to, da fare ogni giorno, anche più volte al giorno, con una preghiera o un canto, anche solo con un ritornello o una brevissima invocazione. In parrocchia abbiamo una quarantina di ragazzi che si stanno preparando alla cresima. Non lasciamoli soli; accompagniamo loro e i genitori e tutti i familiari, con una preghiera esplicita allo Spirito, perché venga a toccare i cuori di tutti noi, perché ci aiuti davvero a capire tutti gli insegnamenti di Gesù, a non accontentarci di sopravvivere in un mondo così materialista e attento solo alle cose superficiali e al benessere fisico personale, ma pronti a testimoniare i valori grandi dello spirito umano. Abbiamo già tutti ricevuto un po’ di Spirito Santo nel giorno del Battesimo; lasciamolo operare dentro di noi, diamo spazio ai suoi sette doni perché a partire dalla Sapienza diventino tutti attivi in noi e portino frutti di pace e giustizia tra noi e nel mondo intero. Non aspettiamoci però che lo Spirito ci risolva tutti i problemi, personali e internazionali, con un colpo di bacchetta magica, ma viviamo con la certezza che non ci lascia mai soli, e anche di fronte alle situazioni più ingarbugliate dei nostri cuori, delle nostre vicende e dei drammi di tante persone nel mondo, lui sa indicarci la via per trovare un senso e le modalità con- crete per vivere in modo coerente gli insegnamenti di Gesù e poter costruire così un mondo più bello e umano per tutti.



Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione