Crema News - Siano benedetti i nostri animali

Crema, 16 gennaio 2022

Domani in molte parrocchie ci sarà la benedizione degli animali domestici e, in alcuni casi, i sacerdoti andranno nelle stalle per benedire gli animali d'allevamento e da cortile. Una tradizione antichissima, rispettata in molte parti d'Italia.

A Crema, per esempio, alle 15 gli animali vengono benedetti nella chiesa di S. Antonio abate, in via XX Settembre, mentre a S. Bernardino, alle 17, sul sagrato della chiesa da parte del parroco don Lorenzo.

Ma come nasce la tradizione?

Il 17 gennaio si celebra Sant’Antonio Abate, una ricorrenza molto sentita in Italia, perché si tratta della festa dedicata al santo protettore degli animali domestici. Ogni anno, per l'occasione, infatti, si portano a benedire gli amici domestici e, nelle campagne, anche quelli delle stalle.

Accomunare oggi, animali da stalla e domestici, effettivamente può sembrare un azzardo, visto come vivono i primi per la maggior parte costretti in allevamenti intensivi. On un'altra epoca le stalle rappresentavano un luogo importantissimo per una famiglia, perché era l'unico che potesse ospitare animali da latte o da uova. Non a caso, nella stalla non era raro incontrare anche cani o gatti di famiglia, considerati già allora animali da compagnia.

La storia di Sant’Antonio Abate, vissuto nel III secolo dopo Cristo, ricorda molto quella di San Francesco e le affinità sono numerose. Come il santo di Assisi, anche Antonio Abate amava gli animali e donò tutto ciò che possedeva ai poveri e ai bisognosi, per poi prendere la via del deserto e vivere come un eremita, in solitudine, dedicando ogni momento della propria vita alla preghiera e alla meditazione. Per i più, però, Sant’Antonio è il santo protettore degli animali domestici.

L’iconografia del santo lo rappresenta spesso con un maialeai suoi piedi o un maialino in braccio. Questo legame viene spiegato da alcune narrazioni, tra le quali, la più famosa, è quella di Abate che, per rubare il fuoco infernale e farne dono agli uomini, discese nell'oltretomba e per distrarre i demoni mandò tra loro il suo maialino con una campanella legata al collo, in modo da creare confusione.

Il fuoco è, infatti, un altro dei simboli con cui viene spesso rappresentato il santo, chiamato anche Sant’Antonio del Fuoco per la sua capacità di guarire dal Fuoco di Sant’Antonio, con cui un tempo si definivano molte malattie della pelle che venivano curate dai monaci Antoniani con unguenti medicamentosi ricavati dal grasso dei maiali unito ad erbe officinali.

Le celebrazioni sono molto popolari soprattutto nelle località particolarmente legate alla figura di Sant’Antonio Abate. In alcune zone della Toscana, per esempio, la notte del 17 gennaio, ancora oggi si accendono dei falò in modo da bruciare il negativo e accogliere il positivo in arrivo. Cosa che si fa anche in Sardegna dove il santo è chiamato e venerato come "Sant’Antoni de su fogu", cioè Sant’Antonio del fuoco, e dove per celebrarlo viene preparato un dolce tipico, il Su pan’e saba, col mosto cotto. In Abruzzo, invece, si svolgono processioni in costumi ottocenteschi.

San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio Abate non sono, però, gli unici santi ad amare gli animali. Ce ne sono diversi e oltretutto non sono protettori “generici” ma di specie ben precise. Per esempio troviamo Sant’Ambrogio e San Bernardo da Chiaravalle che si occupano delle api mentre San Giobbe preferisce i Bachi da seta.

I nostri amici  cani sono, invece, protetti da San VitoSan Rocco e Sant’Uberto di Liegi, mentre i gatti da Santa Gertrude di Nivelles, gli uccelli da San Biagio e le oche da San Martino di Tours.

Esistono anche i santi che ci proteggono da determinati animali o malattie degli animali: come San Domenico di Sora o San Paolo che ci protegge dai morsi dei  rettili, San Nicasio di Reims e Sant’Ulrico dai topi e San Maudeto di Bretagna dai vermi.

Torino e in provincia sono molte le chiese che celebreranno il santo Patrono con messa e benedizione degli animali. Lo faranno, però, il 16 gennaio, per approfittare del fatto che sia domenica. Si comincia dalla parrocchia di S. Antonio Abate nel capoluogo, per poi spostarsi nella Chiesa dell’Assunta a San Francesco – Borgata Madonna, in quella di San Vincenzo Martire a Nole, in quella del SS. Nome di Maria Ceretta di San Maurizio Canavese e, infine, nell’Abbazia cistercense di Casanova.

Sempre festeggiamenti nella concattedrale di Santa Maria Maggiore a Vercelli, dove le funzioni saranno concentrate lunedì 17 gennaio. Alle 10 e alle 16 si terrà la benedizione del pane e l’inizio della distribuzione, mentre alle 11 e alle 17 la benedizione degli animali. Infine, alle 18, la celebrazione della messa.

Anche il comune di Bardonecchia, in Piemonte, lunedì 17 gennaio, proporrà a residenti e turisti di far benedire i propri animali da compagnia al termine della funzione religiosa.

Spostandoci in Lombardia, la Comunità parrocchiale di Canneto sull’Oglio in provincia di Mantova, celebra la “Festa del Ringraziamento di Sant’Antonio Abate” domenica 16 con la santa messa solenne alle 10.30 nella chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio Abate. Al termine della cerimonia religiosa, però, quest’anno a causa del perdurare dell’emergenza sanitaria in corso, non si svolgerà però la tradizionale benedizione simbolica dei mezzi agricoli e degli animali domestici.

Stessa cosa succederà a Ottana, comune in provincia di Nuoro, in Sardegna, dove i cittadini dovranno rinunciare, almeno ufficialmente, a una delle tradizioni più importanti e sentite del paese: la prima uscita (“sa prima essia”) delle maschere etniche di boes, merdules e filonzana, prevista la sera del 16 gennaio, che si tiene in occasione dei vespri in onore di sant’Antonio Abate, patrono del fuoco.

Novoli, invece, località in provincia di Lecce, non rinuncia a salutare il celebre eremita egiziano, patrono della città, con una grande festa con il tradizionale falò, qui chiamato chiamato “fòcara” che arde per tre giorni e tre notti.


Nella foto, la benedizione degli animali a S. Bernardino da parte di don Lorenzo, lo scorso anno