Crema News - Via da Mantova

Crema, 03 gennaio 2021

Già 22 consigli comunali hanno approvato una mozione con la quale si chiede alla Regione di rivedere i confini territoriali dell’Ats, o comunque lo spostamento della sede a Cremona. Un’esigenza di modifica emersa negli anni successivi all’entrata in vigore della legge regionale 23 dell’agosto 2015, che ha strutturato l’attuale organizzazione socio-sanitaria lombarda in Ats e Asst.

L’emergenza covid-19 ha reso più urgente un nuovo assetto e con la ridefinizioni dei confini della nostra Ats. Essa copre le province di Cremona e Mantova con la sede in quest’ultima città. La pandemia ha evidenziato la necessità di una sanità più legata al territorio e meno focalizzata sull’ospedale.

I 22 consigli comunali che hanno approvato le mozioni, non necessariamente tutte identiche tra loro nella forma, hanno - nella sostanza - lo stesso obiettivo: riportare la sede dell’Ats a Cremona e possibilmente con nuovi confini provinciali.

Il momento è propizio per avanzare la proposta in quanto la legge 23 decadeva lo scorso anno e ora deve essere rivista.

Sull’assetto futuro della sanità locale nei giorni scorsi si è tenuta un’assemblea dell’Area omogena per approvare un documento da trasmettere ai singoli consigli comunali per essere ratificato e quindi inviato in Regione. L’accordo non è stato trovato e l’approvazione è stata rinviata.

E’ stata istituita una commissione di cinque sindaci (Crema, Rivolta, Pandino, Soncino, Offanengo) che dovrà riscrivere il documento in questione.

Vari i motivi dello stop, dimostrazione di come l’Area omogenea sia tutt’altro che omogenea.

Innanzitutto il documento è stato recapitato ai sindaci il giorno precedente l’assemblea, un tempo troppo ravvicinato alla discussione.

Il testo era incentrato sul particolare e non sul problema generale. In sostanza, si chiedeva l’Istituzione di un Presidio socio sanitario territoriale (Presst) nell’ex tribunale di Crema, richiesta sulla quale tutti hanno concordato, ma con alcuni sindaci che hanno sottolineato la necessità di non precisare l’edificio dove ubicarlo.

Il documento ignorava completamente la mozione già approvata dai consigli comunali sullo spostamento della sede e sulla ridefinizione dei confini territoriali del’Ats, che è il nodo centrale della questione.

Il Presst, dicono alcuni sindaci, serve al territorio, ma a monte è necessaria una nuova organizzazione della sanità locale. Il Presst e uno strumento di questo auspicabile nuovo assetto. Chiedere il Presst e non una nuova organizzazione globale sarebbe, secondo una corrente di pensiero diffusa, equiparato a un brodino caldo. La mozione approvato da 22 comuni e dimenticata dal documento, pone il problema della riorganizzazione generale. Bastava integrarla con la richiesta Presst e l’accordo, in linea di massima, sarebbe stato trovato.

Come abbiamo riferito in un precedente articolo (leggilo cliccando qui), a complicare il quadro e a rendere il clima poco consono al dialogo ci ha pensato anche un sindaco. Ha classificato le critiche al documento mosse da Gabriele Gallina, primo cittadino di Soncino, della gallinate e - omaggio dei mai dimenticati pecoroni - delle pecorelle i colleghi che le avevano condivise.

Infine, ha sorpreso la posizione di Aldo Casorati, presidente dell’Area omogenea. Non partecipa al gruppo dei cinque sindaci che devono riscrivere il documento, motivando la scelta con la difficoltà a cambiare un testo che lui stesso ha contribuito a stendere. Uno dei sindaci, che ha partecipato all’assemblea e che chiede l’anonimato, ha commentato: «Uno strano modo di concepire la democrazia e il confronto. Una posizione che fa riflettere. Viene da pensare al bambino che, criticato, non gioca più. Per fortuna la palla non è di Casorati e gli altri possono continuare la partita».


Questi i consigli comunali che hanno approvato la mozione : Annicco, Bagnolo, Campagnola, Capergnanica, Casale Cremasco Vidolasco, Casaletto di Sopra, Credera, Cumignano, Dovera, Fiesco, Genivolta, Gombito, Monte, Palazzo Pignano, Ricengo, Romanengo, Salvirola, Sergnano, Ticengo, Torlino, Vaiano, Volongo.

Da sottolineare che a Dovera è sindaco Mirko Signoroni, presidente della Provincia. Anche lui ha votato la mozione.


Nella foto, il sindaco di Dovera e presidente della provincia Mirko Signoroni