Crema News - Legge sulle cave, contrasti

Regione, 27 ottobre 2021

“È una legge che enuncia principi condivisibili, ma li sacrifica di fronte alle esigenze, legittime ma non si sa quanto prioritarie, degli operatori. Eppure, c’è un bene più grande per la Lombardia e per i lombardi: è il nostro territorio” spiega così, in sintesi, il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, il motivo che ha spinto il gruppo regionale del Pd a votare, ieri mattina in Consiglio regionale, contro il progetto di legge sulla ‘Disciplina della coltivazione sostenibile di sostanze minerali di cava e per la promozione del risparmio di materia prima e dell’utilizzo di materiali riciclati’. 

“Un’unica soddisfazione – fa sapere Piloni - l’approvazione di un nostro ordine del giorno che prevede, fra l’altro, di impegnare la giunta regionale a valutare come quantitativi ammissibili per i nuovi piani provinciali almeno quelli depurati della quota di materiali alternativi utilizzati nella programmazione precedente, vale a dire che quanto meno entrano nel computo complessivo dei piani cave i materiali riciclati”. 

 “Da 10 anni almeno le forze politiche che siedono in consiglio regionale insistono per avere una nuova legge che, tuttavia, già da subito si è dimostrata inadeguata. Abbiamo costituito commissioni ad hoc, ma siamo ancora qui a discutere, perché riteniamo che questa proposta sia largamente insufficiente rispetto alle esigenze. Anni in cui ci siamo confrontati con una forte crisi economica e edilizia, una mancata programmazione, le modifiche della legge Delrio che hanno interessato le province. La nuova normativa dovrebbe tenere conto di tutte queste questioni”. 

 Non sono meno importanti i dati del Rapporto cave di Legambiente. 

“In Italia nel 2021 si contano 4.168 cave autorizzate e oltre 14.000 cave dismesse o abbandonate. La Lombardia guida la classifica delle cave abbandonate con le sue 3.042 ed è quarta, per cave autorizzate, con 348 siti, dopo Sicilia, Veneto e Puglia – riassume Piloni –. Ma erano soprattutto i dati Istat 2017 sul volume di cava estratto che ci imponevano una riflessione attenta: in Lombardia si estraeva il maggior quantitativo di sabbia e ghiaia tra tutte le regioni, ben 6.900.000 metri cubi (il 23,6% di quanto estratto in Italia), 1.170.000 di pietre ornamentali (18,8%) e 2.170.000 di calcare (8%). Questo ci imponeva di essere più attenti e fermi nella definizione di soglie di escavazione”. 

 Per tutti questi motivi il Pd si aspettava “una parola in più rispetto a una serie di situazioni così fotografate. Riconosciamo che c’è nella legge un’attenzione all’economia circolare, ma alle affermazioni di principio non corrispondono norme riferite alla gravità della situazione e non bastano gli atti di indirizzo. Non sono stati stabiliti limiti più stringenti per le aree protette, e questo non può vederci d’accordo. Avremmo voluto una maggiore attenzione alla riduzione delle quantità di materiale estratto, servirebbe più coraggio nel dire che si deve cavare di meno con vincoli più espliciti anche in legge” conclude il consigliere dem. 


Di parere contrario il M5S. “L’apertura di nuove cave avverrà, in via privilegiata, fuori dei parchi regionali e le future revisioni del piano cave stesso saranno possibili anche in riduzione dei volumi”. A dirlo è stato Marco Degli Angeli, consigliere pentastellato di Regione Lombardia, il quale ha spiegato: “Con l’approvazione del PDL Cave approvato in sede di Consiglio ieri è stata superata la legge regionale 14/1998 dell’8 agosto 1998. Si tratta di un importante passo avanti, ottenuto grazie al lavoro del M5S Lombardia. Abbiamo migliorato la proposta della Giunta, intervenendo anche in materia di sanzioni: sia nell'ambito delle difformità sia in quello di eventuali scavi abusivi, introducendo contestualmente rilevanti novità anche per quanto concerne una gestione dei cantieri basata sulla tracciabilità. Questo in un’ottica di prevenzione di possibili illeciti”.

Aggiunge Degli Angeli: “Potenziare i controlli è la base per il rispetto delle norme, nell’interesse del territorio e dei lavoratori. Resta il punto nodale relativo alla fase transitoria. La legge approvata dal Consiglio Regionale presta di fatto il fianco alla possibilità che l’attuale fase transitoria si protragga nel tempo, con il rischio che qualcuno ne possa approfittare. In questo senso - conclude il consigliere - abbiamo ricevuto specifiche rassicurazioni dall’assessore Cattaneo, ma verificheremo che il percorso segua l’iter più adatto a tutelare gli interessi dei cittadini e delle imprese del settore”.