Monte Cremasco, 14 aprile 2014

Francesca Montana e Piercarlo Leoni consiglieri di minoranza di “ViviAmonte” hanno votato contro il bilancio di Monte Cremasco. La motivazione? “La richiesta, non accolta, di abbassare le aliquote Imu e Irpef almeno in un periodo così particolare segnato dal Covid”. Non solo, nel Dup, la maggioranza di ‘Uniti e Attivi’ ha inserito, per il 2023, l’acquisto di uno scuolabus, ma solo in caso di contributo statale. Questo ha decisamente indignato la capogruppo Montana, insegnante di scuola primaria, la quale ha definito il servizio trasporto essenziale che non può essere vincolato a finanziamenti esterni in quanto, secondo lei, il pulmino di Monte Cremasco è in buono stato, ma obsoleto. Sugli avanzi di bilancio e i fondi ristori, è stato chiesto di procedere ad una seria ripartizione tra attività, artigiani e famiglie che hanno bisogno. “Non si possono infatti tenere bloccati fondi stanziati l’anno scorso per esigenze che forse non ci saranno mai. È il momento di agire subito, soprattutto per aiutare quelle realtà che non hanno potuto beneficiare di uno sconto del 25% sulla Tari”. 

La risposta del sindaco Giuseppe Lupo Stanghellini non si è fatta attendere: “Proprio l’anno scorso a fronte della volontà mia e della maggioranza di abbassare la Tari a tutta la popolazione, la consigliera Montana la etichettò come un’operazione di propaganda elettorale. Ridurre l’Imu dunque non sarebbe la stessa cosa? Tra l’altro le due operazioni mostrano una differenza non da poco: abbassare la Tari con gli aiuti per il Covid, come noi avevamo proposto, non avrebbe intaccato i nostri conti mentre ritoccare l’Imu, sì”. Sostituire lo scuolabus, inoltre, comporterebbe una spesa di 120mila euro e l’amministrazione non se la sente di sostituire un veicolo che comunque è ancora in buono stato. E sui finanziamenti alle attività e ristori, il sindaco precisa: “In più occasioni abbiamo manifestato la nostra volontà di essere vicini a chi è nel bisogno e sinora, per quanto possibile, in concreto l’abbiamo fatto. Certo è che non vogliamo spargere aiuti come se fosse semenza per poi trovarci nella difficoltà di giustificare le nostre scelte. Ebbene i soldi che ci sono stati dati per la pandemia vanno giustificati per filo e per segno nel loro impiego e, nel caso in cui (come alcuni hanno fatto) le spese non siano giustificate o giustificabili, il comune dovrà rendere i soldi allo Stato. Ma in questo caso credete che chi ha ricevuto aiuti li restituirà? Non pensiamo proprio. Sarà l’intera comunità a farsi carico di un simile onere (sarebbe meglio dire errore scriteriato) e finirà che chi non ha ricevuto nulla dovrà mettere mani al portafoglio. Non è assolutamente nostra intenzione farlo. Chi ha bisogno e ne ha diritto, nei limiti in cui è consentito, avrà aiuto da parte nostra”.


Nelle foto, il sindaco Giuseppe Lupo Stanghellini e il comune