Crema, 18 luglio 2016

Ecco perché è finita con queste persone elette, secondo l'analisi del sindaco di Casale Cremasco, Antonio Grassi. Ed ecco perché sarebbe ora di finirla, secondo il Movimento 5 stelle.

«Mi spiace per la Facchinetti che ha perso». Queste parole di Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo, illuminano sui criteri nella nomina del consiglio di amministrazione di Scrp. Pronunciate davanti all’assemblea dei soci a conclusione del suo intervento prima della votazione, annunciavano il risultato della consultazione in anticipo, rivelando le notevoli doti divinatorie dell’oratore. E se non fosse irriguardoso verrebbe da citare il «tutto è compiuto» di Cristo in croce. Già, tutto era compiuto ancora prima di incominciare.

Così va il mondo. Crema si adegua. Niente polemiche. Queste sono regole e pochissimi intendono cambiarle. Rossoni, centrodestra, il migliore tra i giocatori in campo, ha vinto la partita. Non il più forte nei numeri, ma il più determinato e il più scaltro. Orgogliosamente ha rivendicato, senza infingimenti, il ruolo centrale della politica nella vicenda, identificandola con i partiti. Ha surclassato Stefania Bonaldi, l’altro giocatore, politicamente, sulla barricata opposta. I restanti sindaci, privi o di appoggi di partito o di peso in quote azionarie non contavano, o contavano quanto le scartine a briscola.

La vittoria di Rossoni si evince dai numeri. La matematica non è un’opinione. Su cinque membri del consiglio di amministrazione di Scrp, due sono riconducibili al centrodestra, due al centrosinistra, uno alla repubblica indipendente di Castelleone. Risultato: il centrosinistra, che detiene la maggioranza delle quote di Scrp, non risulta più tale nel consiglio di amministrazione della società, circostanza evidenziata in modo puntuale da Angelo Marazzi sul Torrazzo di sabato scorso.

Quanto accaduto è senza dubbio un esempio di democrazia, distante anni luce rispetto ad alcuni anni fa, quando il centrodestra, allora detentore della maggioranza azionaria di Scrp, aveva imposto il 5 a 0 nel consiglio di amministrazione. Se questo è vero, è anche vera l’indubbia capacità di Rossoni di imporre la propria linea alla maggioranza di centrosinistra. Se Rossoni è Ronaldo, la Bonaldi è un discreto giocatore di serie A.

Per la nomina del Consiglio di amministrazione il voto dei sindaci-soci valeva in base alla percentuale di azioni da essi detenuta. Crema pesava per 25,68 per cento, al quale si sommava il 4 per cento delegatole dalla Provincia. Con una quota di poco inferiore al 30 per cento era l’ago della bilancia. Spostare il 30 per cento su un candidato significava la nomina di un concorrente rispetto ad un altro. Il voto del comune di Crema determinava la composizione del consiglio di amministrazione. L’appartenenza di Stefania Bonaldi al Pd, rendeva ancora più decisivo il già decisivo voto cittadino, in quanto fattore di traino per i sindaci-soci pidiessini doc o, come si usa dire, d’area.

L’elezione del Consiglio di amministrazione di Scrp induce a riflettere almeno su due aspetti relativi alla leadership del territorio.

Il primo, già evidenziato, è il ruolo di Rossoni, uomo capace di convincere il sindaco di Crema a schierasi con lui. Abilità notevole se si considera che il sindaco di Offanengo milita in un partito, l’Ncd, che vanta percentuali lillipuziane.

E’ Rossoni, in quanto rappresentate dell’Anci, l’unico interlocutore ufficialmente riconosciuto dalla Regione per la questione Area Vasta. E’ Rossoni e non Stefania Bonaldi, che siede al tavolo di confronto regionale deputato alla discussione sul futuro assetto del territorio. E’ Rossoni il politico che maggiormente determina le decisioni inerenti il Cremasco. E’ Rossoni che detiene un ottimo e privilegiato rapporto con alcune associazione di categoria, le quali hanno acquisito un potere notevole nell’indirizzare le scelte del Cremasco. Rossoni, piaccia o meno, conta. E come se conta. Più di Stefania Bonaldi. Le nomine nel consiglio di amministrazione di Scrp lo confermano.

Il secondo aspetto, legato al precedente, è la funzione egemone dell’Ncd nel Cremasco. Non in termini di voti e di consenso, ma in quelli di potere. Se al ruolo di Rossoni, si aggiunge quello del consigliere regionale Carlo Malvezzi, presidente della commissione Affari istituzionali, organismo incaricato di delineare le Aree vaste, si comprende come la politica del territorio sia appannaggio, appunto da Ncd.

E’ un dato di realtà. Bisogna prenderne atto. Con buona pace di Crema, del Pd e di tutti coloro che non amano il sindaco di Offanengo. Con buona pace di Stefania Bonaldi.

Tutto è compiuto. Lo ha deciso Rossoni e la mancanza di coraggio di chi aveva i numeri e percentuali per contrastarlo lo ha aiutato. Certo esiste un’altra ipotesi. Può essere successo che nel Cremasco in una società liquida, con i partiti liquidi, gli ideali liquidi, la democrazia liquida e gli elettori liquidi sia stato abbattuto ogni confine tra centrodestra e centrosinistra, e si sia celebrato il trionfo del tutti insieme appassionatamente con Stefania Bonaldi nel ruolo interpretato da Julie Andrews e Gianni Rossoni in quello di Christopher Plummer. Tutto va bene, madama la marchesa.

Nella foto, Antonio Grassi

Nomine SCRP: solita vergognosa spartizione politica delle poltrone

Abbiamo dovuto assistere in questi giorni all'ennesima spartizione politica di poltrone di una società pubblica da parte dei partiti del cremasco. Partiti che hanno anche tentato goffamente di spacciare tale spartizione come una normale scelta sulla base delle competenze, dando ai sindaci due sole settimane di tempo per ricevere e valutare i curricula dei candidati.

Come potrebbe svolgersi seriamente un bando pubblico per membro di un CdA in due sole settimane?

Come possono giustificare, se non appunto con la logica della spartizione politica, la nomina di 5 membri in un CdA che dovrebbe governare una società con 14 dipendenti?

Perché non è possibile fare un bando pubblico come si deve e selezionare le candidature semplicemente sulla base delle competenze?

Con quale arroganza i partiti prendono nuovamente possesso di SCRP, dopo aver dimostrato ampliamente di non essere in grado di saperla gestire?

È la stessa arroganza con cui vengono sottoposti ai soci dei documenti circa la gara dei rifiuti, con degli allegati secretati! Come può un sindaco o un consiglio comunale capire la bontà di un documento senza avere a disposizione tutti gli allegati? Ennesima dimostrazione che la gara sui rifiuti, bando che dura ormai da due anni e mezzo, è ormai una vera e propria presa per i fondelli da parte di SCRP e dei partiti che la governano nei confronti dei Cremaschi.

Con le nomine di questo CdA, i partiti hanno perso l'ennesima occasione di portare rinnovamento certificando, se mai ve ne fosse ancora bisogno, di non avere alcuna intenzione di rinunciare ai propri privilegi e giochi di potere!

Ufficio Stampa MoVimento 5 Stelle Cremasco