Crema, 06 agosto 2020


Lo scorso autunno, durante le Giornate FAI 2019, Palazzo Zurla De Poli è stato il punto di partenza di un itinerario che univa quattro siti importanti e significativi nella storia di Crema. Lo splendido palazzo cremasco, aperto al pubblico per la prima volta grazie alla disponibilità della famiglia De Poli, in soli due giorni aveva attratto quasi 1.500 persone, accompagnate dai volontari della Delegazione FAI di Crema, in un clima di allegra collaborazione, amore per la storia e per l’arte della nostra città.

La sera di martedì 4 agosto, in una serata fresca e perfetta, con luna e stelle splendenti in cielo, la Delegazione di Crema ha voluto coinvolgere di nuovo il suo pubblico e ricominciare le sue attività di valorizzazione del patrimonio locale e a sostegno della missione del FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano, proprio dallo storico palazzo, organizzando visite serali per piccoli gruppi di persone, con il vincolo della prenotazione obbligatoria e del rispetto di tutte le norme di sicurezza previste per contrastare l’attuale emergenza sanitaria. L’iniziativa ha avuto un grandissimo successo: tutti i posti disponibili sono andati esauriti in pochissimi giorni!

I volontari FAI cremaschi hanno seguito l’invito di Giulia Maria Crespi, indimenticabile fondatrice del FAI: “La nostra Italia, per un incredibile miracolo, è tanto varia e ricca di bellezza da riservarci ancora tesori sorprendenti. Uno straordinario patrimonio, che, se adeguatamente conservato sarà anche un efficacissimo volano per l’economia. Dunque sveglia! Dunque coraggio! Dunque muoviamoci!”

Palazzo Zurla De Poli ha stupito ed entusiasmato i suoi nuovi visitatori per la magnificenza del suo salone, per la ricchezza e il pregio delle opere d’arte che vi sono custodite, con l’aggiunta del percorso nel verde del suo giardino.

Una lapide accanto all’ingresso del salone ricorda in latino che il nobile cavaliere Giacomo Zurla, cremasco, sposato alla nobile Barbara Castiglioni di Mantova, sorella del conte Baldassarre (autore del Cortegiano) dispose per testamento, nel 1516, l’erezione isolata del palazzo, poi compiuta nel 1520 da Leonardo Zurla, nella grande area racchiusa entro le nuove mura veneziane della fine del XV secolo.

Palazzo Zurla De Poli è un riferimento importante per molteplici ambiti di interesse e di studio: dall’apparato decorativo, frutto di interventi diversi realizzati da più botteghe in tempi differenti, alle vicende della nobile famiglia Zurla, alla rappresentazione, nel 1595, in questo palazzo allora proprietà del marchese Lodovico Zurla, de Il Pastor fido di Battista Guarini. Di architettura tipicamente rinascimentale con un fronte pubblico estremamente sobrio e splendidamente decorato all’interno in periodi successivi alla costruzione, il palazzo è uno scrigno dell’arte manierista cremasca. La pianta a C attuale è frutto della demolizione di un imponente loggiato di ordine gigante effettuata alla fine dell’Ottocento. Le sale affrescate sono quattro. Dal giardino all’italiana, realizzato negli anni trenta del secolo scorso dai Fratelli Zappelli, si accede al salone principale detto “del Convitto” che presenta, nelle lunette e sulla volta, scene tratte dalla Favola di Amore Psiche (con attribuzioni a Giovanni Battista Castello, detto il Bergamasco e, recentemente, ad Aurelio Buso). In questo ambiente è presente un camino monumentale con decorazioni dedicate ad Evangelista Zurla per onorare la sua partecipazione alla battaglia di Lepanto nel 1571, in un cartiglio si legge (in latino) “Bellona e Teti incoronarono di alloro Evangelista Zurla benemerito in patria e fuori”. Segue una piccola stanza con un fregio raffigurante le Storie del Figliol prodigo (la firma di Aurelio Buso creduta persa è stata ritrovata sotto un sottile strato di intonaco durante i lavori di pulitura del 2019). La terza sala, più grande e denominata di Carlo V, è decorata con fregi di tema biblico, rappresentanti la Storia di Naaman il Siro. L’ultima sala, detta “Dei Patriarchi”, è anch’essa ornata da fregi affrescati che riproducono storie bibliche tratte principalmente dall’Antico Testamento.

Con Stefania Agosti, i ‘narratori’ volontari FAI sono stati Mauro Bassi, Alessandro Carelli, Francesca Compiani, Daniela Fagnola, Lucrezia Severgnini, Barbara Viviani. Hanno collaborato all’organizzazione dell’evento i volontari FAI Elettra Torazzi, Sabina Bertolotti, Alberto Erosi, Paola Tagliaferri e Marisa Fugazza, coordinati dalla Capo Delegazione Annalisa Doneda, con il prezioso supporto della famiglia De Poli, Matilde, Gabriella e Stefano.



Nelle foto, la delegazione Fai e un momento della visita