Crema, 04 maggio 2016

Guidati dai docenti di religione Elena Prestini e Antonio Armensi un gruppo di studenti dello Sraffa ha avuto la possibilità di fare un’esperienza particolarmente significativa per la meta scelta e l’oggetto dell’incontro: la visita presso la casa circondariale di Cremona e il confronto con un gruppo di detenuti.

L’attività si inserisce in un percorso più ampio di approfondimento sulle tematiche relative alla condizione carceraria dei detenuti, e in un’ottica più generale, sulle problematiche relative al vissuto personale di giovani che nel corso delle loro vita hanno commesso errori. Argomenti sviluppati nell’ambito del progetto Dialoghi con il carcere, che si è concluso proprio con la visita al penitenziario di Cremona. “Quando ho deciso di partecipare alla visita al carcere – osserva Patrizia Mandelli, studentessa del corso socio-sanitario – non sapevo cosa aspettarmi di preciso, sicuramente sapevo che avrei provato forti emozioni, ma non avevo ben chiaro quali e, pur sapendo che io ne sarei uscita, una forte sensazione di oppressione mi si è presentata”. Nel momento in cui gli ospiti della casa circondariale cremonese sono entrati nel teatro interno, luogo dell’incontro con i nostri studenti, nei visi dei detenuti sottolineano i ragazzi che hanno partecipato, “...abbiamo visto un mix di timidezza e paura e i loro volti assomigliavano a tutte quelle persone che quotidianamente si possono incontrare per strada, in autobus, sul treno”. Lasciando la casa circondariale cremonese, nei ragazzi è prevalsa la considerazione di quanto sia importante apprezzare tutto ciò che si ha quotidianamente, messaggio lasciato loro dai racconti dei detenuti, la cui condizione non consente di poter vivere tutto ciò che è possibile fare nella quotidianità, in quanto privati della libertà. Molti ragazzi hanno osservato come questo tipo di esperienze favoriscono in loro la riflessione e qualche studente del corso socio-sanitario ha manifestato anche l’interesse di proseguire gli studi universitari dopo la maturità indirizzandosi verso percorsi che possano favorire un potenziale inserimento lavorativo a contatto con gli utenti delle case circondariali, per poterli supportare nel loro cammino di reinserimento nella società.

Nella foto, gli studenti dello Sraffa che hanno partecipato alla visita al carcere