Crema News - Qualcosa di grande

Cremasco, 09 gennaio 2022

01 Domenica ord C Battesimo del Signore

La Parola: Is 40,1-5.9-11 Sal 103 Tt 2,11-14;3,4-7 Lc 3,15-16.21-22:

Dal Vangelo secondo Luca Lc 3,15-16.21-22


In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compia- cimento".


In molte zone d’Italia, e anche qui da noi, la riapertura delle scuole, per paura di eccessivi contagi da Covid, è rimandata a lunedì. In oratorio chiedevo ieri ad alcuni ragazzi se non erano stanchi per le vacanze così lunghe e se avessero desiderio e attesa di ritornare a scuola. Non tutti ma qualcuno ha confessato di attendere davvero con ansia il ritorno a scuola, per riprendere la normalità, anche se impegnativa, dello studio e delle lezioni e dell’incontro con compagni e professori. Credo che anche le folle che accorrevano da Giovanni, non fossero spinte solo dal desiderio di confessare i propri peccati in vista della conversione, ma soprattutto proprio dall’attesa di qualcosa di bello e di grande che tutti avevano e che speravano di poter trovare in Giovanni il Battista. Di fronte alle parole chiare del profeta saranno stati prima un po’ delusi dalla sua negazione, ma poi subito rinfrancati dalla promessa che ormai i tempi erano maturi e il Messia, atteso da secoli, era davvero in mezzo a loro. Anche tutti noi, avendo quest’anno la fortuna di continuare adesso nelle domeniche ordinarie, che iniziano proprio oggi, la lettura del vangelo di Luca, ci rendiamo subito conto di una grande continuità tra gli avvenimenti ascoltati nel periodo natalizio, riferiti a Gesù bambino e alla santa famiglia, e quelli che ci parlano di Gesù ormai adulto che inizia la sua opera per la salvezza dell’umanità.

Abbiamo sicuramente colto la sottolineatura che Luca fa della presenza, in ogni momento della vita di Gesù, da piccolo come da grande, dello Spirito Santo, autore prima dell’incarnazione del Figlio di Dio e ora pronto a consacrarlo e designarlo come il messia atteso e desiderato da tutti. Se nei giorni scorsi, affascinati dalla presenza fisica di Dio in un bambino, abbiamo lasciato un po’ in ombra lo Spirito, ora dobbiamo proprio recuperare il senso profondo di tutti gli avvenimenti che riguardano la nostra salvezza: è lo Spirito Santo che rende possibile tutte le meraviglie pensate da Dio Padre, prima in Maria, come lei stessa canta nel magnificat, e poi in Gesù a vantaggio di tutti noi uomini. Questo significa che dobbiamo essere pronti anche noi alle sorprese dello Spirito e sempre in attesa di rispondere alle opere di Dio non solo con un sorriso emozionato e grato per il suo amore, ma concretamente dobbiamo mettere anche noi a disposizione delle Spirito Santo i nostri pensieri e le nostre opere per diventare da subito collaboratori delle opere meravigliose che egli vuole compiere a favore degli uomini tutti.

Purtroppo la nostra abitudine a sentir parlare dell’amore di Dio non ci consente di vivere con la giusta attesa e il desiderio adeguato le celebrazioni che ogni domenica ci permettono di entrare in contatto con il mistero divino. Certamente i motivi son tanti e diversi, ma dobbiamo ammettere che davvero i nostri riti religiosi non ci parlano più con evidenza, e i ritmi della nostra vita quotidiana ci abituano pian piano a perdere contatto con il mistero che la liturgia dovrebbe aiutarci a scoprire sempre presente nella nostra realtà umana. Ma non basta cambiare canti, parole o gesti se non prepariamo il cuore all’attesa delle grandi cose che Dio Padre ha preparato per tutti i suoi figli, se non siamo disposti a lasciarci illuminare dallo splendore della verità che ci ha portato il Signore Gesù, venuto a rivelarci il volto del Padre. In un mondo così triste ed impaurito come lo stiamo sperimentando da un po’ di tempo, è proprio necessario rinvigorire l’attesa e la speranza di una nuova fioritura di opere buone che il Verbo di Dio incarnato vuole suscitare in ognuno di noi, chiamati nella fede a diventare sempre più figli amati di Dio.


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione