Crema News - Oggi è nato il Salvatore

Crema, 25 dicembre 2021

Natale Messa della notte anno C

La Parola: Is 9,1-6 Sal 95 Tt 2,11-14 Lc 2,1-14:

Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compiono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama".


In questo periodo, anche a causa dei problemi di vista che finalmente si stanno risolvendo, ho potuto riflettere a lungo e soprattutto di fronte alla parola di Dio che ci accompagna quotidianamente nella liturgia, ho avuto modo di approfondire tante domande. Proprio come dicevo all’inizio dell’Avvento, meditando sulle domande che già rivolgevano a Giovanni il Battista, credo che il compito principale della Chiesa oggi non sia quello di dare risposte ma di suscitare interrogativi e domande, specialmente quelle decisive e davvero importanti. Certo questa notte e per il giorno di Natale abbiamo qui in chiesa la risposta più bella e ‘corposa’ di Dio Padre a tutte le nostre domande e richieste: il Figlio suo è nato per noi come nostro Salvatore. Ma credo che il primo passo da fare sia proprio quello di chiederci innanzitutto perché noi, ciascuno di noi, questa notte è qui. Spero non solo per far tribolare chi deve assicurare una presenza regolata e ordinata secondo le ultime disposizioni anti covid. Sarebbe bello poter ascoltare e condividere subito alcune delle domande che sorgono nel nostro cuore. A me pare che comunque sia sempre quella la questione fondamentale che oggi si presenta a tutti noi credenti: perché Dio si è fatto uomo? Mi dispiace deludere le attese di chi adesso, tra voi, si aspetta che io faccia un veloce sommario delle tante risposte che nel volgere dei secoli i pensatori e i teologi cristiani han dato a questa domanda. Non ne ho le capacità e neanche abbiamo il tempo. Accontentiamoci di riassumere le cause di questa decisione di Dio nella colpa originaria di Adamo, seguita da una situazione di peccato continua e generalizzata del genere umano da chiedere un intervento simile: come, a causa di un uomo venne il peccato, così ci voleva un uomo, come noi, per liberarci dal peccato. E come a causa del peccato dell’uomo è venuta la morte, così doveva venire ad offrirsi in sacrificio e morire per noi, un uomo capace di superare i limiti della morte. Ma dentro mi rinasce sempre una domanda: perché Gesù si è incarnato, visto che con la sua onnipotenza Dio poteva salvarci in modi molto più semplici e meno cruenti, cosa lo ha spinto a voler provare la nostra condizione umana? Non voglio dare una risposta giusta per tutti. Ognuno deve cercare di trovare un motivo valido per cui un Dio immortale e onnipotente voglia venire a provare la nostra condizione così fragile e temporanea, a partire dalla debolezza di un fanciullo che dipende tutto dalla madre, fino alla situazione estrema della morte in croce. A me piace pensare che anche Gesù, proprio perché perfetto nella sua divinità, volle venire a provare la nostra libertà, anche quando si apre alla possibilità dell’errore. Certo sappiamo che lui ha condiviso in tutto meno il peccato la nostra condizione umana, ma se avessimo tempo di rileggere con calma i vangeli quante volte Gesù ha mostrato di essere davvero uomo, magari rispondendo il malo modo a sua madre alle nozze di Cana, o scegliendo degli apostoli non certo al top della fiducia; e come dimenticare le lacrime per l’amico Lazzaro, o la fregatura ricevuta da quel giovane perfettino che già stava per abbracciare e accogliere tra i seguaci e che invece, per le sue ricchezze, ha preferito scomparire. Insomma lui ha voluto provare a essere uno di noi, perché in noi ha grande fiducia e speranza e nonostante tutto il male che facciamo e che sperimentiamo, anche Gesù ritiene importante questa nostra esperienza umana. Davvero il Natale è motivo di gioia per tutti gli uomini. Non sprechiamo questa iniezione di fiducia e speranza.


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione natalizia