Crema, 20 novembre 2016

XXXIV Domenica Tempo Ordinario: Cristo Re

La Parola: 2Sam 5,1-3 Sal 121 Col 1,12-20 Lc 23,35-43

La celebrazione di Cristo Re dell’universo è una festa di chiusura. Quest’anno non solo si chiude come sempre l’anno liturgico con l’annessa lettura continua del Vangelo secondo Luca, ma chiudiamo anche l’Anno Giubilare della Misericordia. Il vangelo stesso sembra aiutarci a vivere questa chiusura raccontandoci il momento della fine della esperienza terrena di Gesù, la sua morte. Ma proprio questa chiusura è il motivo principale perché tutto si trasformi e divenga per noi cristiani non la fine ma piuttosto il compimento, perché tutto abbia un nuovo inizio, con un significato più pieno e coinvolgente. Ancora una volta Gesù riesce a disturbarci, a rompere i nostri schemi e supposizioni. Con la sua morte, e una morte in croce che da spettacolo a tutti, popolo, capi, soldati, perfino ai malfattori che muoiono con lui, sembra dire la parola fine. Anche per noi, suoi fedeli, è facile cadere nella tentazione che accompagna i discepoli di Emmaus :”Noi pensavamo che fosse lui, ma ormai…” Ed invece ecco che Gesù scardina dal profondo questa sensazione ribaltando anche l’unica cosa di questo triste brano che sembra svolgersi secondo giustizia, proprio come piace a noi. Il Figlio di Dio muore ingiustamente, tradito da un amico e condannato da un tribunale umano anche se non ha fatto nulla di male, ma almeno noi ci consoliamo pensando che i due malfattori pagano giustamente per il male compiuto. Ma Gesù fa saltare anche questo. Il primo uomo a partecipare della gioia e pienezza del suo regno è proprio uno dei due malfattori, il 50 per cento dei farabutti può arrivare in paradiso prima di tutti noi. La sua misericordia è davvero eterna, anche in questo momento così drammatico riesce ad esprimersi e ad indicarci la via concreta del nostro amore verso di Lui, rinnovando cioè,sempre e comunque, non solo quando ci sentiamo particolarmente buoni e sensibili, ma davvero in ogni momento della nostra vita, anche i più bui, la decisione di distribuire misericordia attorno a noi. Quindi non solo non finisce qui la vita di Cristo perché tutto si apre ormai alla gioia della resurrezione con la certezza che almeno uno è entrato subito nel Regno di nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo. Non finisce neanche la misericordia, la sua e la nostra. Se abbiamo accolto quest’anno un po’ della misericordia del Padre e se abbiamo contribuito con qualche gesto o parola a diffonderla attorno a noi, ora non ci resta che continuare… Non finisce proprio niente. Si ricomincia

Nella foto, don Natale