Crema News - La riflessione della domenica Don Natale Grassi Scalvini e il Cristo delle vette

Cremasco, 30 luglio 2023

La Parola: ​1Re 3,5.7-12  Sal 118  Rm 8,28-30 Mt 13,44-52::

 Dal Vangelo secondo Matteo Mt 13,44-52

 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Questa settimana ho compiuto gli anni. Mentre ringraziavo sui social i tanti amici che si sono ricordati di farmi gli auguri, ho pensato ovviamente anche al doveroso ringraziamento ai miei genitori e a Dio stesso per il dono della vita. Credo proprio che le due parabole del tesoro e della perla preziosa prima di farci pensare ai doni di grazia ed al regno dei cieli dovrebbero aiutarci a prendere consapevolezza che il primo e il più grande tesoro che Dio ci dona è proprio la nostra vita. L’incredibile miracolo della vita, per cui ciascuno di noi si trova, senza volerlo e senza fatica, ricco di una dote incommensurabile di possibilità e di eventi da affrontare, con la responsabilità personale di renderli frutto buono, gradito a Dio e disponibile ai fratelli, è davvero un tesoro prezioso ma tante volte nascosto a noi stessi, perché distratti e affaccendati in tante cose ma senza impegnarci e vivere in pienezza il dono ricevuto: come cantava John Lennon la vita è quella cosa che ci capita mentre siamo impegnati a fare tante altre cose.  

Solo se partiamo dalla oggettiva realtà psicofisica del nostro esistere, di cui dobbiamo essere grati a una benevola volontà di Dio per un destino che, attraverso le vicissitudini quotidiane, ci porterà un giorno alla pienezza della vita eterna nel regno dei cieli, possiamo fin d’ora riconoscere i segni positivi del progetto d’amore del Padre celeste per ciascuno di noi. Ovviamente i problemi e le difficoltà fan parte della nostra profonda essenza di creature, ma non dobbiamo certo passare tutto il nostro tempo a lamentarci invocando sempre e soltanto il soccorso assistenziale come se tutto ci fosse dovuto e assicurato. Partendo piuttosto dalle nostre doti e capacità ci aspetta il dovere di far fruttificare tutte le possibilità che il Signore ci ha dato, sapendo servirci anche delle nostre concrete realtà fisiche e materiali per innalzare la nostra vita ai livelli più alti in modo da saper davvero trovare anche i valori spirituali più importanti, quelle perle preziose per quali impegnare tutto quanto siamo e abbiamo per guadagnarci l’amicizia di Dio e la sua benevolenza. 

Non dimentichiamo mai che anche la nostra risposta alla vocazione che Dio propone a ciascuno di noi parte sempre dalla basilare condizione umana delle nostre doti e dei nostri difetti, ben sapendo che la capacità di riconoscere i valori più preziosi va educata di giorno in giorno, nello sforzo di riconoscere il disegno di Dio su di noi. Ma forse la nostra vita quotidiana, così concreta e materiale, piena di tante cose e di tanti impegni da rispettare, ci occupa davvero troppo la mente e il cuore per poter riconoscere quel qualcosa in più che potrebbe davvero smuovere le nostre coscienze e la nostra volontà a compiere scelte coerenti con la fede che abbiamo nel cuore. Per far questo non è indispensabile dover per forza rinunciare alle ricchezze della nostra società dei consumi, ma piuttosto dobbiamo imparare a servircene proprio per raggiungere quello che davvero ci può dare una gioia duratura e forte, che ci aiuta a vincere anche i momenti di difficoltà e le sofferenze. Non dobbiamo fidarci troppo delle nostre cose e dei beni che possediamo nella speranza che questi ci mettano al sicuro da tutti i problemi, anche perché comunque un giorno tutte queste cose dovremo lasciarle qui. Solo quanto avremo costruito secondo i progetti di Dio durerà per sempre e ci spalancherà l’ingresso nel regno dei cieli, dove già da adesso possiamo appunto accumulare un tesoro vero, che non si corrompe e non marcisce, perché le opere di bene compiute a favore dei fratelli non andranno mai perdute e il Signore saprà tenerne conto per l’eternità.