Crema News - La riflessione

Crema, 26 luglio 2020


In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». 


Completiamo oggi la serie di parabole, con tre bellissime analogie, davvero delle perle preziose. Le prime due sono un invito esplicito da parte di Gesù ad essere sempre dei cercatori del vero tesoro della nostra vita, ciò per cui vale la pena lasciar perdere tutto il resto, Per noi così attaccati alle cose materiali, tante volte davvero di poco conto, ma capaci di soddisfare i nostri desideri primari, diventa un richiamo necessario e importante. Non tutti possono avere la straordinaria fantasia e il genio di J.R Tolkien, che da queste due semplici righe di Vangelo ha saputo costruire un intero mondo alla ricerca e difesa di un tesoro preziosissimo nella stupenda trilogia de Il Signore degli anelli. Ma almeno un piccolo impegno a non accontentarci di vivere alla ricerca di piccole soddisfazioni personali seguendo il nostro egoismo spicciolo così radicato nel nostro cuore, dovremmo deciderci a offrirlo al Signore. Invece neppure la terribile pandemia da cui siamo usciti ci ha convinti a recuperare la necessaria priorità nelle cose, dando veramente importanza a ciò che è più necessario e significativo nella nostra vita. Eppure poteva essere uno dei pochi aspetti positivi dell'impegno a rinunciare a tanti nostri comportamenti e scelte superficiali, se non addirittura inutili, impostoci per mantenere lo stato di chiusura e distanziamento sociale necessario per fermare il contagio. Ma ora che ne stiamo uscendo sembra quasi che ci siamo dimenticati anche dei buoni propositi di valorizzare gli aspetti più positivi della nostra vita, a partire dall'attenzione amorosa verso i nostri cari e quindi verso tutte le persone con cui veniamo a contatto, privilegiando i rapporti umani con spirito caritatevole invece di quelli solo materiali o commerciali. E tante volte purtroppo possiamo anche pensare al nostro rapporto con Dio come se fosse un semplice contratto per cui noi diamo preghiera e ascolto in cambio di serenità, aiuto e protezione. Consapevoli di questa nostra difficoltà a saper cercare, trovare e mantenere il vero tesoro della nostra vita, non dobbiamo lasciarci travolgere dal pessimismo e dalla paura. Ancora una volta, concludendo la serie delle parabole, ci vieni infatti ricordata la pazienza di Dio. Solo alla fine dei tempi, dalle rete piena di pesci buoni e cattivi, Dio farà la scelta decisiva tra quanti meritano di essere mantenuti e quanti invece possono tranquillamente essere buttati via, nella fornace ardente. Possiamo ancora impegnarci per non sprecare i richiami positivi di Gesù a mettere al giusto posto le cose e le persone più importanti della nostra vita. Il Regno di Dio continua a crescere e ha sempre bisogno del nostro apporto, della collaborazione di ciascuno nella ricerca comune dell'unico vero tesoro, quell'amore di Dio ricevuto e condiviso con tutti i nostri fratelli.


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione