Crema News - La riflessione

V Domenica Ordinaria anno A


La Parola:      Is 58,7-10  Sal 111  1Cor 2,1-5  Mt 5,13-16


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».


Riprendiamo subito questa Domenica la lettura continua del Vangelo di Matteo che una settimana fa abbiamo momentaneamente sospeso per la celebrazione della tradizionale festa della Candelora ricorrendo il 2 Febbraio festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Per assaporare appieno la parola di Gesù di oggi dobbiamo però riprendere il brano saltato perché era proprio l’inizio del capitolo quinto del Vangelo di Matteo, che contiene il grande discorso della montagna, con il quale Gesù proclama le verità più importanti del suo annuncio di salvezza, iniziando il tutto con le Beatitudini. Subito dopo, quasi a confermare la nostra supposizione, ci dice che chi vive secondo la nuova legge delle Beatitudini può e deve diventare luce del mondo e sale della terra, perché uno stile siffatto è davvero fuori dall’ordinario e chi lo vive diventa un segno inequivocabile della presenza di Dio nel mondo. Le due parabole della luce e del sale si compenetrano e completano a vicenda e la ricchezza di queste parole di Gesù è davvero unica perché ci aiuta da una parte ad andare in profondità alle cose, senza fermarci ad una riflessione superficiale, come spesso siamo abituati a fare a causa dell’effetto social del mondo digitale nel quale viviamo. Ma ugualmente, come se fosse un esperto di linguaggi adatti alla rete cui oggi siamo costantemente collegati, Gesù sa proporre messaggi veloci, puliti e leggeri, che in un attimo possono navigare in tutto il nostro mondo digitale, suscitando reazioni e riflessioni anche in chi magari quest’oggi non vuole neanche sentire parlare di Dio. Ma riusciremo a intravedere la vera ricchezza di queste parole solo quando sapremo riconoscere la necessità di guardare non soltanto verso noi stessi, come se il fatto di essere chiamati a diventare luce e sale voglia dire di preoccuparsi soprattutto di come fare per poter brillare e avere sapore in noi, ma quando scopriremo che in realtà dobbiamo essere luce e sale per gli altri: solo uno strumento perché attraverso di noi si riveli almeno un barlume della luce di Dio e del senso ultimo che Lui dà a tutte le nostre vite. Stiamo comunque attenti a non fermarci alle belle parole e alle profonde riflessione. Gesù è molto esplicito, non chiede uno sfolgorio fine a se stesso, preoccupato quindi solo dell’apparire, ma chiede concretamente delle opere conseguenti e coerenti, perché davvero attraverso la concretezza delle nostre scelte quotidiane, da modo con cui noi usiamo del tempo e delle altre nostre ricchezze, si manifesti a tutti l’amore di Dio. Solo Lui infatti deve poter ricevere il giusto riconoscimento e la lode da parte di tutti gli uomini, perché grazie alle nostre opere buone sia davvero solo Dio colui che viene lodato e ringraziato perché realizza già qui e adesso un regno d’amore spalancato sull’infinito della nostra storia fino alla eternità beata nel Paradiso.


Nella foto, don Natale con un gruppo di parrocchiani