Crema News - La riflessione

Cremasco, 11 ottobre 2020


XXVIII Domenica ordinaria anno A

La Parola: Is 25,6-10 Sal 22 Fil 4,12-14.19-20 Mt 22,1-14:

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingras- sati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assas- sini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».


Volevo iniziare la riflessione di oggi con una bella notizia. Ma in settimana le belle notizie son diventate due, al punto che la seconda, cioè la liberazione dell’amico padre Gigi Maccalli, è diventata la principale: troppo bello poter godere di nuovo della nostra amicizia dopo mesi di trepidazione, tutta nostra, e di sofferenza, soprattutto sua. Ma ugualmente non posso tacere dell’impegno gioioso che mi aspetta questa domenica: dopo mesi di chiusura, rinvii e incertezze finalmente ritornano gli sposalizi, e subito alla grande, ben due nello stesso giorno. Proprio per la contemporaneità delle due cerimonie mi sento un po’ come gli invitati della parabola, obbligato a declinare uno dei due inviti.. Ovviamente ho già trovato la scappatoia: da una coppia sarò presente alla celebrazione in chiesa, qui a Sergnano al Santuario del Binengo, mentre con gli amici Giusy e Luca condividerò la festa al ristorante. Il fatto che Gesù per aiutarci a capire qualcosa del regno dei cieli lo paragoni alla gioia della festa di nozze credo sia un motivo grande di speranza e felicità per noi spesso preoccupati solo dei nostri problemi materiali, di salute, di lavoro e di rapporti quotidiani non sempre idilliaci con le persone. Poco importa se poi Gesù, secondo le consuetudini del suo tempo, non accenna, neanche per sbaglio, a uno dei personaggi principali delle nozze, cioè alla sposa, come d’altronde manca anche l’altra parola decisiva, lo sposo. Questo perché appare chiaro che l’interesse principale del Maestro è per gli invitati e non solo per il rifiuto dei primi e per la conseguente apertura a tutti, cattivi e buoni, ma anche per la disattenzione dell’ultimo arrivato che non si preoccupa neanche di essere trovato con il vestito bianco, pulito, adeguato a un matrimonio. Vista la reazione spropositata del padrone di casa di fronte a questa scortesia dobbiamo pensare che per Gesù questo vestito bianco per le nozze deve rappresentare qualcosa di molto importante. E in effetti nei secoli sono state scritte innumerevoli pagine di commento e di interpretazione sul suo significato. Senza addentrarci nelle mille riflessioni e suggerimenti evocativi mi sembra abbastanza chiaro che il Signore vuole innanzitutto renderci consapevoli che di fronte alla chiamata di Dio, che è sempre molto ampia e senza alcun limite o pregiudizio, la nostra risposta non può essere un semplice assenso. Dobbiamo trovare la maniera di far seguire alle parole e affermazioni di disponibilità anche le opere concrete che testimonino il nostro interesse concreto a far parte del numero ristretto degli eletti. Davvero è indispensabile per noi essere trovati ricchi di opere buone perché la nostra fattiva collaborazione alle proposte di Dio si manifesti nella attenzione a vivere ogni giorno le virtù, quasi indossandole come un abito prezioso e nello stesso tempo umile e quotidiano. Solo così potremo essere sicuri di aver sempre pronta la veste bianca che ci permette di partecipare in pienezza alla festa del popolo di Dio che si ritrova unito su questa terra dalla sua parola e nel regno dei cieli dalla sua gloria.

( Sul mio canale youtube è disponibile il video della riflessione: https://youtu.be/7QBPwZ_DR8I ) 


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione