Crema, 13 novembre 2016

Come ci aspettavamo ecco arrivate le immagini catastrofiche che ci parlano degli ultimi giorni, della fine del tempo. Sappiamo bene che Gesù non vuole spaventarci ma solamente richiamare la nostra attenzione perché non ci lasciamo sorprendere. Ma certamente non vuole che perdiamo tempo e fatica nel pensare a come e quando avverrà la fine del mondo. Anche se racconta di eventi tremendi lo sguardo di Gesù sembra drammaticamente realista, concreto e attuale. In effetti noi non ci facciamo più spaventare da questi fatti terrificanti che potrebbero accadere. Tutto quanto Gesù dice nel vangelo di oggi è già avvenuto, e più di una volta e anche ai nostri giorni. A partire dalla tentazione di lasciarci ingannare da chi si pretende di spiegarci il perché di determinati avvenimenti. Probabilmente la distruzione del tempio di Gerusalemme si può riferire alla decisione dell’imperatore Tito di finirla una buona volta con quei sempiterni rivoltosi di ebrei, ma è di pochi giorni fa la decisione dell’Unesco di togliere agli ebrei anche l’ultimo legame di ‘proprietà’ per i resti di quel Tempio. Ma anche di guerre e rivoluzioni abbiamo così piena la storia da poter difficilmente riconoscere quale di queste sia predetta da Gesù e quale invece sia solo opera nostra. Per non parlare poi dei terremoti e delle pestilenze. Ci risulta sempre difficile accettare che queste cose possono accadere senza dare la colpa a qualcuno. Alla cattiveria di un Dio meschino o alle responsabilità di uomini troppo avidi di denaro pronti anche a sacrificare i propri simili, sperando che non succeda mai niente di simile. Ma succede,, accade. Eppure non sono i segni giusti da osservare. Ma non lo sono neanche le persecuzioni dei cristiani a causa della loro fede. Motivo di sgomento per i primi cristiani ma non dimentichiamo che tuttora sono causa della sofferenza e morte di tanti nostri fratelli nella fede. L’ultimo dato sicuro dice che anche nel 2014 sono stati ben 4300 i cristiani uccisi i tutto il mondo. Tutto questo deve accadere, dice Gesù, ma non sarà subito la fine. Dobbiamo allora vivere con la paura? Non sia mai. Gesù ci chiede proprio di accogliere con la consapevolezza tipica di una fede matura che il nostro compito è quello di riempire il presente di segni di vita, di bontà, di giustizia. Solo con un atteggiamento concreto di speranza e con gesti concreti di amore alla vita possiamo superare l’erronea attesa di una fine imminente. Non è ora, è dopo. Anzi, come diceva Pat Morita in Karate kid: ‘Dopo, dopo…’

Nella foto, il battesimo di un bambino, nei giorni scorsi, a Moscazzano