Crema, 17 giugno 2016

Nessuno ammesso al bando per la costruzione di un edificio di culto. E scoppia il putiferio. Ecco alcuni comunicati

Come anticipato da alcuni media locali, stamane la commissione che presiede la gara per la concessione in diritto di superficie di un’area di proprietà comunale, finalizzata alla realizzazione di attrezzature destinate a servizi religiosi, ha ritenuto non ammissibile la partecipazione dell’unico soggetto candidato, ovvero il Centro Islamico Cremasco.

Non è risultata accoglibile l’ istanza di riapertura termini proposta dalla Associazione partecipante né è stata ritenuta idonea la documentazione integrativa prodotta, sotto richiesta del Comune, per il profilo della sostenibilità e tracciabilità finanziaria dell’intervento, che, è bene ricordarlo, era totalmente a carico dei partecipanti.

L’Amministrazione Comunale si è spesa in questi anni con buona fede, trasparenza e molta determinazione nella volontà di affermare un diritto che continuiamo a ritenere inviolabile, quello di pregare il proprio Dio, all’interno di un luogo dignitoso e sacro. Ciò, nell’epoca del mondo “globale”, con riferimento sia ai fedeli di religione islamica, che avevano manifestato apertamente le proprie aspirazioni di disporre di un luogo di culto, sia ai fedeli di altre confessioni, diverse dalla cattolica.

Per questa ragione, pure in un momento storico particolarmente difficile e delicato, dettato da un contesto internazionale talora drammatico, abbiamo ritenuto che fosse compito dell’Amministrazione Comunale, appositamente interpellata, quello di creare le condizioni perché tale diritto “inviolabile” potesse essere garantito ed esercitato.

Lo abbiamo fatto in massima trasparenza e buona fede, consapevoli del fatto che il tema sarebbe stato divisivo, foriero di polemiche e di strumentalizzazioni, che avrebbe generato tensioni e preoccupazioni e che, sul piano del consenso, avrebbe persino potuto essere nocivo per la Amministrazione. Tuttavia ci pareva giusto, serio e responsabile, come Amministratori, trovare soluzioni dignitose e rispettose, riconoscendo un diritto e consentendo il suo esercizio nella legalità e alla luce del sole, circostanza che ritenevamo e continuiamo a ritenere più sicura e tutelante per tutti.

Di qui la predisposizione di una variante urbanistica per individuare un luogo idoneo da destinare al culto, cercando il massimo della compatibilità fra il territorio, i suoi abitanti ed il nuovo insediamento. Variante portata a compimento per Via Milano, perché le sole aree destinate al culto in precedenza erano tutte contigue a oratori e chiese cattoliche.

Da subito, tuttavia, al netto di ogni strumentalizzazione, abbiamo anche affermato che non sarebbe stato “luogo di culto purchessia”, ma che avremmo preteso e vigilato, con gli strumenti amministrativi che ci sono dati, affinchè questo diritto si potesse dispiegare con precise garanzie e vincolando le comunità religiose partecipanti ad un bando ad una serie di impegni , a cominciare dal rispetto dei principi di eguaglianza, libertà e democrazia sanciti dalla nostra Costituzione, il cui dettato vale per tutti, ma pretendendo anche precise tutele in ordine alla trasparenza, alla sostenibilità finanziaria, alla tracciabilità dei finanziamenti impiegati, alla traduzione in italiano dei testi della predicazione, alla sicurezza.

Ne è nato un bando, studiato dalla giunta e licenziato dal consiglio comunale lo scorso inverno, elaborato anche con un contributo della commissione consiliare Ambiente e territorio, che sanciva la cornice entro la quale si sarebbe potuta dispiegare la realizzazione del luogo di culto.

Il resto è cronaca di questi giorni.

L’unico soggetto partecipante, la Comunità Islamica Cremasca, non è stata in grado di offrire le garanzie richieste dal bando per la sostenibilità e la tracciabilità finanziaria dell’opera.

Circostanza che comprova peraltro come il bando non fosse stato tagliato su misura su nessuno, come chi ha giocato a lungo sulle preoccupazioni e sulle paure di onesti cittadini ha inutilmente e falsamente sostenuto, per gettare ombre e discredito sulla Amministrazione.

Ciò che è evidente è che non sussistono, ad ora, quelle condizioni essenziali e tassative previste per la realizzazione del luogo di culto islamico, né è immaginabile che tali condizioni possano sussistere nel breve-medio termine, quindi è esclusa, oggi, l’idea di un nuovo bando. Certamente non nel corso dei prossimi mesi.

Esprimendo rammarico sincero per la comunità musulmana, che coltivava la speranza, a breve, di potere disporre di un proprio luogo di preghiera, non posso che ribadire che l’Amministrazione e la struttura comunale, che ringrazio per l’impegno profuso in questo lungo percorso, continueranno a spendersi per trovare strade che consentano di coniugare l’esercizio di un diritto fondamentale, nel rispetto della legalità, delle aspirazioni e delle preoccupazioni dell’intera nostra comunità cremasca.

Stefania Bonaldi (sindaco di Crema)


E così la Comunità islamica di Crema, unica partecipante al bando, non ha fornito le garanzie economiche e bancarie necessarie. Ragion per cui la Commissione di valutazione ha bocciato il progetto. Il sindaco Bonaldi se la cava dichiarando che non ripresenteremo il bando...”durante questo mandato”. E’ un Sindaco non rieleggere: diversamente, ai Cremaschi...più nessuno leverà il Centro Culturale Arabo, su area pubblica, in Via Milano!

I soldi c'erano, per lo meno 400.000 euro, come da dichiarazioni ai media del responsabile della Comunità islamica di Crema.) A me pare tutta una colossale presa in giro; e il Sindaco Bonaldi, la Sua Giunta, la Sua Maggioranza...che figura ci fanno? A chi han dato credito, per quattro anni nel corso dei quali hanno irresponsabilmente diviso la città, accusando la Minoranza praticamente di tutto? Ma le cose staranno davvero in questi termini o è solo una tregua preelettorale, una manovra, un diversivo, per non danneggiare oltre misura la ricandidatura di Stefania Bonaldi, agevolarne la rielezione, e poi, nel corso dell'eventuale secondo mandato, portare a casa il Centro Culturale Arabo? In questa penosa vicenda a latitare è stata la...trasparenza.

Un po’ di chiarezza male non farebbe.

Ricordo, inoltre, che continua a pendere sulla deliberazione adottata il 23 Luglio 2015...il mio ricorso al TAR, come in Comune sanno bene, visto che stanno resistendo, a spese dei cittadini-contribuenti, mentre io, ovviamente, spendo del mio...

Sarà comunque difficile far dimenticare quattro anni incentrati su tale obiettivo, con il corredo di polemiche, accuse e cattiverie all’indirizzo di chi si è assunto – io ne sono orgoglioso – il compito di tutelare la sicurezza e la qualità della vita dei propri concittadini.

Antonio Agazzi (servire il cittadino)


La notizia che l'unica richiesta per la costruzione di un centro culturale arabo in via Milano fosse giudicata non ammissibile dalla commissione comunale per mancanza di garanzie bancarie era nell'aria, dopo le notizie pubblicate a mezzo stampa.

Ora è confermato.

Che ci venga a fare le solite lezioni l'assessore alla partita è veramente curioso.

Senza nessun percorso condiviso e costruito in città, per 4 anni ci hanno imposto loro regole solo allo scopo di dare spazio alla comunità islamica.

Cosa mai negata nelle dichiarazioni, persino in consiglio comunale.

Sono arrivati a costruire un bando che se fosse stato aperto veramente a tutte le confessioni religiose sarebbe stato sicuramente scritto differentemente; in realtà in certi suoi punti rasentava l’offesa nei confronti delle istituzioni religiose tutte, come abbiam fatto notare anche nelle nostre proposte di emendamenti.

E ora ci dice che noi abbiamo urlato sul nulla!

Bene allora ci dica cosa è costato ai cittadini tutto questo “nulla”, dall’ iniziale variante di PGT fino alla chiusura odierna.

Purtroppo in questi 4 anni l'unica cosa di cui possono parlare è della divisione che son riusciti a costruire nella città, e non mi riferisco a cdx e csx, fino addirittura all'interno della stessa confessione islamica.

Mai i cittadini di Crema si son trovati a manifestare pubblicamente, in vario modo, a favore o contro temi di questo genere, fino a quando si son trovati la giunta Bonaldi al governo.

I cittadini di Crema son sempre stati aperti e rispettosi di chiunque, come dimostrano i lunghi anni di convivenza e progettualità costruite.

Senza dietrologia di sorta,non è certo un caso se altri bandi son stati rifatti a breve distanza e questo già è dichiarato che non si rifarà.

Un' altra volta la dimostrazione di un pessimo modo di governare, anzi di non saper governare.

Laura Zanibelli (Ncd)


Apprendiamo con sorpresa dalla stampa che la richiesta della comunità islamica per la costruzione di un'area dedicata a servizi religiosi è stata giudicata non ammissibile.

La Bonaldi si presentò furbescamente alle scorse elezioni comunali senza aver reso esplicito nel suo programma la volontà di aprire un centro culturale islamico. Durante il suo mandato politico si è arrogata il diritto di intraprendere un percorso impegnativo, da tutti i punti di vista, senza coinvolgere in nessun modo la Cittadinanza, che, in varie forme più o meno ostacolate, ha manifestato più volte il proprio dissenso.

Le elezioni a Crema si avvicinano, il PD ha già aperto la sua campagna elettorale e la richiesta della comunità islamica viene bocciata, buttando all'aria il progetto che l'attuale amministrazione ha portato avanti in modo travagliato negli ultimi quattro anni.

Riteniamo questa una mossa meramente elettorale, dettata dal terrore di perdere consensi!

Visto il rinvio, invitiamo il sindaco Bonaldi a presentarsi alle prossime elezioni dichiarando la sua volontà in merito, per sottoporsi al giudizio degli elettori, che sono prima di tutto cittadini che devono prender parte alle decisioni della loro città.

La posizione del M5S Cremasco è sempre stata quella della consultazione popolare: volete voi Cremaschi una moschea?

Il parere dei Cittadini su decisioni fondamentali riguardanti la loro città, il loro futuro e quello dei loro figli è un cardine del M5S, soprattutto su questioni non inserite nel programma elettorale.

La Bonaldi, anche questa volta, ha sbagliato tutto, dato che imporre decisioni dall'alto non paga mai: un popolo è sovrano solo se veramente libero di decidere il proprio futuro e il M5S garantirà sempre e comunque questo inalienabile diritto a tutti i Cittadini!

Ufficio Stampa MoVimento 5 Stelle Cremasco


E’ di pubblico dominio la strenua opposizione che il nostro Club ha sempre sviluppato contro questo miope progetto.
Siamo convinti che – a pochi giorni dall’annuncio della ricandidatura del Sindaco uscente Stefania Bonaldi – si tratti di uno stop preelettorale, rivelatore, tuttavia, di quanto sia difficile, anche per il centro-sinistra e dopo quattro anni di tenace difesa del progetto, imporre a Crema, in questa fase, una decisione che Crema ha dimostrato in tanti modi di non condividere.

Siamo sicuri, inoltre, che anche le nostre 5.000 firme raccolte in poche settimane e depositate in comune a cavallo tra il 2014 e il 2015, abbiano avuto, alla fine e in scadenza di mandato, il loro peso nel far innestare la retromarcia momentanea.

Anche una buona parte degli elettori del Centro Sinistra – è bene ricordarlo - ha fatto visita ai nostri Gazebo, argomentando correttamente come tale progetto non fosse inserito nel programma elettorale della Bonaldi: si è trattato, infatti, di un’amara sorpresa, successiva al voto amministrativo.

Non possiamo non ricordare, brevemente, come, oltre ai cremaschi di Crema e del circondario, abbiano firmato la petizione anche personalità esterne al territorio del calibro di:

  • - On.le Daniela Santanchè, prima firmataria
  • - On.le Elena Centemero
  • - Sen. Silvana Comaroli
  • - Magdi Cristiano Allam
  • - L’allora Vice Presidente e Assessore Regionale lombardo alla Salute Sen. Mario Mantovani
  • - Diversi Sindaci del nostro territorio

Cosa sostenevamo?

Che eravamo - e siamo tutt’ora - consapevoli dell’esistenza di un moto di globalizzazione che spesso obbliga le comunità a compiere scelte difficili, non senza, tuttavia, responsabilità politiche rilevanti in capo al Governo Renzi-Alfano, nella non gestione di tali fenomeni.

Detto questo, non abbiamo mai condiviso la leggerezza con la quale l’attuale Amministrazione stava consegnandosi “inerme”, senza garanzie, a realtà con le quali non è bastato, evidentemente, essere assidui per non incorrere in situazioni controverse, almeno a dar credito ai motivi dichiarati a motivazione del temporaneo stop al progetto.

Eravamo e siamo naturalmente aperti alla messa a disposizione di confessioni religiose che ne manifestino l’esigenza - come sempre avvenuto anche in passato - di luoghi pubblici, gestiti dall’Amministrazione Comunale, ove tenere manifestazioni ed eventi anche di “preghiera comunitaria”, in particolari momenti; a condizione che si svolgano utilizzando la lingua italiana e abbiano un inizio e una fine prestabiliti.

Ripetuti, anche recenti luttuosi avvenimenti internazionali dicono, del resto, quanta prudenza vada messa in campo da Amministratori pro-tempore ed avventati, nel compiere scelte destinate a ricadere in modo permanente sulla comunità loro affidata.

Il Club ritiene pienamente condivisibili le perplessità e contrarietà espresse dalla maggior parte dei cittadini cremaschi, nonché dagli esponenti delle maggiori forze politiche e civiche oggi all’opposizione dell’Amministrazione Bonaldi.

Riteniamo, in conclusione, di poter dire che la nostra richiesta, rivolta al Signor e formulata insieme a tanti concittadini, - quella, cioè, di e potenzialmente rischioso, abbia, alla fine, avuto, almeno in questa tornata amministrativa.

Il Presidente Gianmario Donida

Nella foto, l'area di via Milano dove avrebbe dovuto sorgere la moschea