Crema News - Dal nuovo governo (se partirà) uno spiraglio per il tribunale di Crema Crema News

Crema, 19 maggio 2018

Ho appena letto nel contratto di governo, alla voce “ Giustizia rapida ed efficiente”, che “ occorre una rivisitazione delle geografia giudiziaria – modificando la riforma del 2012 che ha accentrato sedi e funzioni- con l’obbiettivo di riportare tribunali, procure e uffici del giudice di pace vicino ai cittadini e alle imprese”. Non so quanta credibilità attuativa si possa dare ai programmi, da chiunque promanino; non so, nel caso specifico, quanto peso possano avere le direzioni generali ovverossia la burocrazia (anche se di norma il Direttore generale se lo nomina il ministro di turno, con affinità di idee, quantomeno); non so quanti ostacoli possano frapporre il Consiglio superiore della magistratura e l’Associazione nazionale magistrati, da sempre favorevoli e pesanti sostenitori della abolizione dei piccoli tribunali. Certo è che avere posto il problema della revisione della geografia giudiziaria è indubbiamente la prova che le forze che promuovono la nuova coalizione di Governo hanno mostrato sensibilità per un problema che ipocritamente (anche in sede locale) veniva tacciato di corporativismo (degli avvocati) e che invece ha profondi risvolti di carattere pubblico e sociale, oltrechè economico. E’ la vecchia battaglia degli avvocati cremaschi che vantando la bontà del tribunale locale, lasciato morire per “asfissia” (il ministro e il Csm non provvedevano neanche alla sostituzione dei magistrati assenti o trasferiti, rendendo di fatto poco operativa la struttura) sollecitavano la revisione territoriale, per esempio con l’accorpamento di Treviglio (altre soluzioni si possono trovare). E che comunque salvasse il principio concretamente disatteso dal “potere”, quello cioè della Giustizia di prossimità, che fosse non uno slogan ma un vero principio di democrazia partecipativa. Del quale, a tutta evidenza, solo un governo lega-cinquestelle, se riesce a insediarsi, onestamente mostra di farsi carico.

Riusciranno in tale impresa? Non so dare risposta. So soltanto che adesso si scateneranno anche la varie lobby per dimostrare la validità del proprio presidio giudiziario, ingiustamente cancellato. Ricordo la frattura tra i 33 tribunale soppressi con l’ultimo colpo di coda dei “sei da salvare“ (sponsorizzati dal Pd) o i tentativi ancora in corso dei più forti tra i minori per evocarne il ripristino. Ritengo, se si vuol fare un discorso serio e produttivo, che, invertendo quanto inopinatamente fatto, prima occorre ridisegnare i territori e poi verificare le strutture. Per quanto ci riguarda, abbiamo ancora l’edificio da mettere a disposizione: forse occorre cambiare mentalità e credere veramente in un progetto attuativo che coinvolga tutta la comunità (i comuni), le forze politiche, sindacali, economiche e produttive; non con quell’assenso formale tiepidamente espresso anni fa ma con la convinzione ferma che un presidio giudiziario costituisce anche un baluardo di legalità e di democrazia. Naturalmente, con buona pace di chi è contro per motivazioni rivelatisi, in questi cinque anni, stupide e inconsistenti.

avv. Ermete Aiello

Presidente Associazione Avvocati Cremaschi

Da cinque anni battagliamo perché si faccia qualcosa per cercare di riaprire il nostro tribunale. Ad andar bene abbiamo ricevuto solo parole e qualche tiepida promessa. A Toninelli (M5S), cremasco oggi potente rappresentante grillino, avevamo fatto sapere che il risparmio tanto sbandierato per chiudere Crema si era rivelato, conti alla mano, una balla colossale. Che l'efficienza di Cremona tanto efficiente non era e che i clamorosi ritardi, specie nel settore civile ritardi, erano a dir poco imbarazzanti. Nessuna risposta. A livello locale, oltre a qualche lettera d'intenti immediatamente smentita nei fatti, nessuno è riuscito ad aprire la porta del sottosegretario Ferri, quello che ha di fatto chiuso Crema dopo una telefonata all'allora presidente del tribunale di Cremona, Marini. E neppure meglio aveva saputo fare Maroni che era andato da Ferri per perorare la causa di Vigevano e Voghera, ma non aveva speso neppure una parola per Crema, uscendo dall'ufficio giusto per lasciare entrare la delegazione cremasca. A chi serve il tribunale di Crema? A tutti ma non ai politici che, sotto diverse casacche, stanno cercando improbabili soluzioni per un presidio di giustizia che deve restare presidio di giustizia. Perché sia chiaro, se verrà regalato all'ospedale, lo buttano giù per rifarlo a immagine e somiglianza al presidio di salute.

pgr