Bahia, 18 gennaio 2021

Sono bloccati a Bahia cinque cremaschi che, causa coronavirus e ordinanza del ministro Roberto Speranza, non possono tornare in Italia come da programma. Fermi in Brasile ci sono quattro volontari pandinesi e un ricercatore universitario cremasco. Il volo dei pandinesi avrebbe dovuto partire ieri, mentre quello del ricercatore nei prossimi giorni. Per tutti si prospetta un prolungamento del soggiorno.

Il ricercatore cremasco è Alessandro Grassi, 35 anni, ricercatore fino al 31 dicembre per l’università messicana di Pueblo e dal 1° gennaio passato a quella di Aguacaliente. Grassi era tornato in Italia per trascorrere il Natale con la sua famiglia, il padre è il sindaco di Casale Cremasco e poi, la scorsa settimana, era partito per il Brasile per una breve vacanza.

“Mi ha chiamato ieri mattina – ha riferito il padre – comunicandomi che non può né tornare qui né raggiungere il Messico, dove lavora. Ha fatto buon viso a cattiva sorte, accettando di restare in vacanza ancora per qualche giorno. Il suo biglietto è valido fino al 31 gennaio, ma si muoverà da Bahia appena possibile, vista l’emergenza sanitaria. Ha tenuto a sottolineare che lì dove è non c’è alcun problema”.

Un po’ meno sportivamente l’hanno presa i pandinesi. Per loro si prolunga di almeno una decina di giorni il soggiorno di don Andrea Lamperti Tornaghi, vicario di Pandino, e dei quattro ragazzi (le pandinesi Erica Bottesini, Federica Menclossi ed Elisa Rossetti e il cremonese Marco Allegri) che lo hanno accompagnato in questo viaggio, intrapreso lo scorso 6 gennaio presso la parrocchia di Jesus Christo Ressuscitado di Salvador de Bahia, dove operano i preti cremonesi don Emilio Bellandi e don Davide Ferretti. Con loro c’è anche il mozzanichese don Maurizio Ghilardi, incaricato regionale per la pastorale missionaria, arrivato qualche giorno dopo, delegato dal vescovo Antonio Napolioni a coordinare il progetto che lega la diocesi di Cremona all’arcidiocesi di Bahia.

Abbiamo raggiunte don Andrea via mail.

Da quanto siete in Brasile

"Siamo partiti per Salvador de Bahia da Milano Malpensa il pomeriggio del 6 gennaio scorso e siamo atterrati in Brasile, dopo uno scalo a Lisbona, alle 5.00 del 7 gennaio (ora locale, -4 rispetto all'Italia)".

Come avete scoperto che non potete più rientrare

"Inizialmente attraverso i social network che riportavano la notizia dell'ordinanza del ministro Speranza, poi attraverso il web ci siamo documentati, letto l'ordinanza ed attivato le procedure necessarie".

Chi ve lo ha comunicato, quando vi hanno detto cosa succederà e quando potrete rientrare.

"Attraverso il consolato italiano in Brasile ci è stata confermata la notizia che allo stato attuale della situazione il rientro in Italia

sarà possibile solo a partire dal 1 febbraio 2021. Sempre il consolato ci ha invitato a prendere contatti con la compagnia aerea per attivare le procedure del caso.

Cosa farete e dove starete fino ad allora

"Fino ad allora continueremo la nostra missione all'interno del Progetto Bahia della Diocesi di Cremona e soggiorneremo presso la parrocchia Jesus Cristo Ressuscitado in Salvador de Bahia, retta dai sacerdoti fidei donum cremonesi don Emilio Bellani e don Davide Ferretti.

Come è la situazione epidemiologia da quelle parti?

"La percezione è di una situazione tranquilla. L'Amazonas e Manaus dove si suppone ci siano alcuni casi della cosiddetta "variante Brasiliana" sono lontani da qui. La gente utilizza, con abbastanza scrupolo, le protezioni individuali del caso (mascherina, igenizzazione, distanziamento)... Certamente in parrocchia, sui mezzi pubblici e nei luoghi pubblici. Poi per strada, nei quartieri, la situazione è un po' differente...".

Nelle foto, i pandinesi e Alessandro Grassi