Crema News - "Il piccolo deve tornare in Estonia"

Crema, 16 gennaio 2021

“Il bambino deve essere immediatamente rimpatriato”. Questa la sentenza emessa dal tribunale di Brescia e che vede un bambino di sei anni conteso tra madre e padre e tra Estonia e Italia. La vicenda si dipana lungo l’arco di quattro anni, con sentenze dei tribunali estoni e italiani, tutte sfavorevoli al padre, il quale però continua a lottare strenuamente per tenere il piccolo qui con lui, forte della volontà del figlio di crescere e studiare in Italia.

L’ultima sentenza è stata emessa ieri da tribunale di Brescia e non tiene conto della volontà del piccolo che ha detto più volte ai giudici e anche agli psicologi che lo ascoltavano che la sua volontà è quella di restare col padre in Italia. La mamma, una donna estone che da quattro anni è tornata a vivere nel suo paese, ha ottenuto da tempo l’affidamento esclusivo del bambino. Purtuttavia, ha sempre permesso al piccolo di passare una settimana ogni mese a casa del papà in Italia. E proprio durante uno di questi soggiorni, nel mese di febbraio scorso, il bambino è rimasto bloccato in Italia a causa dello scoppio della pandemia. Tuttavia, al termine dell’allarme, lo scorso mese di giugno, il padre non ha rimandato il bambino in Estonia e ha chiesto al giudice di mantenere il piccolo qui con lui. Il bambino è stato a lungo ascoltato dagli psicologi che hanno raccolto i suoi racconti, nei quali il bambino dice di venire spesso picchiato dal patrigno, dalla mamma e anche dal fratellastro di 16 anni e di non aver mai saputo che la mamma stava aspettando un altro bambino (nato a ottobre), particolare non negato dalla donna, la quale ha riferito che avrebbe voluto dirlo a voce al figlio e non per telefono. Fatto è che gli psicologi e i giudici hanno ritenuto che la testimonianza del bambino non fosse spontanea, ma indotta dal padre e per questo motivo hanno deciso che il bambino non è credibile e che la sua volontà di restare qui col papà non è percorribile.

Quindi, la sentenza impone il rimpatrio immediato del bambino. Al momento gli avvocati dei genitori stanno trattando per un rientro il meno traumatico possibile del piccolo, che da 11 mesi è in Italia e continua a ripetere di non voler tornare in Estonia.

“Sono due le strade che percorreremo immediatamente – riferisce il padre, professionista cremasco. – La prima ci vedrà invocare la continuità scolastica. Il bambino studia in Italia e noi chiediamo almeno che possa finire l'anno scolastico. La seconda è quella del ricorso in Cassazione contro la sentenza. Ma per questa i tempi sono lunghi”.