Crema, 21 ottobre 2017

Il consigliere regionale Federico Lena (Lega Nord) replica alle dichiarazioni del deputato di Articolo uno Mdp Franco Bordo in merito al referendum regionale di domani.

Mi ritrovo ancora una volta a sottolineare come la sinistra italiana abbia una posizione sostanzialmente miope nei confronti di un referendum che chiede a Roma di lasciare sul suolo lombardo più responsabilità, più risorse e quindi più libertà gestionale.

Secondo Bordo questo referendum non si doveva fare.

Bastano le chiacchiere di un tavolo di confronto: uno di quei tavoli tanto cari ai compagni di merende che si accomodano per partecipare ( Democrazia partecipata ) a simposi di perditempo.

Evidentemente per questi signori il parere del popolo è una inutile perdita di tempo e i costi per esprimere un giudizio democratico, un inutile dispendio di energie e non solo, dimenticando, volutamente o meno, che la democrazia non ha valore quantificabile.

Non ricordo tanto livore nei confronti del referendum sulle trivellazioni costato allo Stato circa 300 milioni di euro. Neppure per il tentato golpe (Referendum del 4 dicembre 2016 sulla Riforma Costituzionale ) costato allo Stato altrettanti milioni di euro.

Forse la democrazia per questi signori è tale a fasi alterne, in funzione di chi fa le proposte ...

La promessa del 75% delle tasse da trattenere sul territorio è un obiettivo non ancora raggiunto perché il percorso è ancora in atto. Il referendum del 22 ottobre 2017 è un passaggio di questo percorso.

Chissà se la sinistra più nazionalista d’Europa potrà mai capire che maggiori competenze e maggiori risorse possono essere una opportunità?

Difficile dialogare con chi vuole rimanere schiavo di Roma per l’eternità, con chi pensa che sia giusto continuare a pagare tasse per mantenere gli sprechi di chi non è virtuoso, in una sorta di solidarietà pelosa, tutta orientata alla considerazione dello sfruttatore e zero considerazione per lo sfruttato.

Difficile dialogare con chi pensa che i lombardi siano animali da soma dei quali abusare fino ai limiti della sopravvivenza.

Questa è la sinistra in Italia e fa male constatare che anche la sinistra lombarda abbia un approccio mentale verso i propri corregionali così ottusamente opprimente. Ma Tafazzi è lombardo e di sinistra ?