Crema, 20 settembre 2016

L’attività di servizio del Nucleo di Polizia Tributaria di Cremona, eseguita nei giorni scorsi, ha completato una precedente indagine economico-finanziaria eseguita dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Crema e coordinata, dalla Procura di Bergamo. Nel corso delle indagini era stato individuato un sistema messo in atto da un consulente fiscale che lavora nella provincia di Bergamo. Il professionista, assumendo di fatto la gestione di oltre una ventina di società, operanti nella maggior parte dei casi nel settore dell’edilizia e con sede legale in Crema, ha compensato imposte e contributi dovuti al fisco per circa 13 milioni di euro con crediti Iva inesistenti o illegittimi, derivanti anche dall’annotazione di fatture per operazioni inesistenti. Al termine delle indagini sono state denunciate 26 persone responsabili dell’occultamento al fisco di circa 200 milioni di euro. Il destinatario della misura di prevenzione patrimoniale, il ragioniere commercialista G.B., di 46 anni, è stato considerato persona “fiscalmente pericolosa” in quanto dedito, da numerosi anni, a continue operazioni illecite, già bollate in numerose sentenze, prevalentemente legate a reati di natura fiscale e contributiva. Da quanto è emerso durante le indagini era proprio il commercialista a tenere le fila di un’organizzazione dedita all’evasione fiscale per importi milionari, i cui proventi erano reinvestiti in società, immobili e opere d’arte, intestate a società costituite ad hoc, aventi sede all’estero e a prestanome. I finanzieri, infatti, hanno ricostruito gli investimenti patrimoniali e societari che, dal 2004, il professionista ha realizzato. Tale attività ha consentito di accertare la disponibilità diretta per il ragioniere di un patrimonio sproporzionato rispetto alla irrisoria capacità reddituale sua e dei propri familiari, consistente in poco più di 50mila euro lordi annui. Le risultanze così ottenute sono state raffrontate con i numerosi procedimenti penali nei quali il commercialista è risultato coinvolto negli ultimi 10 anni, accertando, da un lato, come il professionista avesse investito in diverse società le risorse accumulate nel tempo e dall’altro lato rilevando manovre volte, in prima battuta, a cercare di frapporre ostacoli alla riconducibilità dei beni in capo allo stesso e successivamente alla loro vendita o intestazione fittizia a prestanome. Queste azioni hanno indotto la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bergamo, su richiesta del Nucleo di polizia tributaria di Cremona, a ritenere concreto il pericolo che i beni di cui si prevede debba essere disposta la confisca venissero dispersi, sottratti o alienati e, quindi, a disporre il sequestro di 27 immobili, 3 società e 4 rapporti finanziari di varia natura, per un valore complessivo stimato in circa 3 milioni di euro.

Nelle foto, la Guardia di finanza di Crema e alcuni degli immobili sequestrati