Crema, 22 novembre 2017

La Guardia di Finanza ha confiscato ieri il patrimonio dell'artigiano Antonio Silvani, che aveva operato nel campo dei serramenti e che attualmente ha una causa pendente sulla base del reato di estorsione. La Gdf, al termine delle indagini, ha confiscato all'imprenditore, arrestato insieme alla figlia e alla segretaria all'inizio dell'indagine, 25 unità immobiliari, ubicate nelle province di Brescia, Cremona, Bergamo e Monza Brianza, 16 autoveicoli e motoveicoli, quote societarie di due società nonché delle disponibilità finanziarie e somme di denaro individuate nei rapporti bancari intestati al predetto, ai membri del suo nucleo familiare e a cinque società allo stesso riconducibili. Tutto il patrimonio era stato posto sotto sequestro lo scorso febbraio e ieri gli è stato confiscato ai sensi della legge antimafia che vuole che le proprietà poste sotto sequestro vengano confiscate qualora il proprietario non riesca a dimostrare come ha fatto a entrarne in possesso. Antonio Silvani, la figlia e la segretaria furono arrestati nell'aprile del 2016. Secondo l'accusa, dopo aver fornito serramenti ai clienti ed essersi fatto pagare in nero, tornava dagli stessi pretendo il saldo della fatture e minacciando di chiedere il sequestro qualora la stessa non fosse stata pagata. Gli imprenditori erano costretti a pagare per evitare il sequestro conservativa.

L’operato odierno delle Fiamme Gialle evidenzia come soltanto attraverso l’analisi dei flussi finanziari e la conseguente aggressione dei patrimoni illeciti si possano colpire le organizzazioni criminali nel cuore dei propri interessi economici, patrimoniali e imprenditoriali per restituire alla collettività beni da utilizzare per finalità sociali.

Adesso tocca all'avvocato di Silvani opporsi al decreto di confisca e la legge parla di 10 giorni di tempo per opporsi alla confisca. Per quanto riguarda il patrimonio confiscato, due anni fa la valutazione era di circa 8 milioni di euro, mentre oggi il valore è intorno a due milioni di euro, oltre a circa 140mila euro depositati in vari conti correnti.

Nella foto, la Guardia di Finanza al lavoro