Crema, 23 novembre 2017

La Tutela minori si è presentata a casa del ragazzo che deve andare in comunità a causa della sua dipendenza da videogiochi. All'improvviso, come è logico che sia, alle 13.40 hanno suonato alla porta della famiglia, accompagnati da due agenti della polizia e hanno chiesto del giovane. Che era appena tornato da scuola e si apprestava a pranzare. Immediato l'allarme della mamma e del figlio, che hanno avvertito tutti. Dopo qualche minuto i due addetti della Tutela minori di Crema, della Comunità sociale cremasca, Stefania Carta e Fabrizio Zonato, hanno chiesto di parlare con mamma e figlio in separata sede. Ne è scaturita una conversazione non proprio pacifica, dove la mamma ha registrato quanto si stavano dicendo e che, alla fine, è terminata con il rifiuto di madre e figlio di seguire i due. A quel punto gli addetti della comunità se ne sono andati, affermando che parleranno con il giudice mettendo in evidenza il rifiuto di madre e figlio.

"Non ci hanno avvertito - ha riferito la mamma - e hanno anche detto che mio figlio non va a scuola: è più di un mese che ha ripreso e non salta le lezioni. Domani sarò in televisione alla Vita in diretta, dove racconterò la nostra storia. Ormai sono in tanti che vogliono conoscere questa storia".

Intanto oggi l'avvocato della famiglia ha depositato il ricorso presso il Tribunale dei Minori di Brescia avverso al provvedimento.

Nella foto, i due addetti della Tutela minori escono da casa del ragazzo