Crema, 18 marzo 2018

Pasticcio A2A-Lgh. Dopo la sentenza dell'Anac che pone l'indice sulle modalità di acquisto messe in atto per l'acquisizione da parte di A2A di Lgh, operazione da 113 milioni di euro dei quali 10 arrivati nelle casse di Scrp, le reazioni sono state molteplici. Dal presidente Scrp Pietro Moro, artefice dell'operazione che, intervistato da noi, si è detto tranquillo e che tocca ai legali ingaggiati per quell'operazione prendere posizione e dare spiegazioni, a quelle di alcuni sindaci che già allora avevano sollevato dubbi, puntualmente rispediti al mittente dai consulenti. In questa fase è interessante rileggere un articolo scritto da Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco, sulla Provincia, che riportiamo qui sotto (ringraziamo il direttore del quotidiano per la gentile concessione).

"Subito una precisazione. I sindaci dei comuni soci di Scrp non hanno votato la cessione del 51 per cento di Lgh ad A2A. Scrp detiene poco più del 9 per cento delle azioni di Lgh. Ora scenderà al 4,5 per cento. La decisione è stata presa esclusivamente dal consiglio di amministrazione di Scrp, che lunedì, ultimo giorno utile per aderire o meno alla proposta di acquisto della stessa A2A, ha informato i soci di tale decisione chiedendo un parere informale. Assemblea sì, ma niente votazione.Per carità, tutto legale, anche questo è giusto sottolinearlo. E dopo le due precisazioni, alcune considerazioni.

Punto uno.Per Scrp si tratta di un’operazione che vale poco più di 10 milioni di euro. Perché i soci non sono stati chiamati a votare?Il presidente Pietro Moro ha spiegato che la decisione è di competenza del consiglio di amministrazione. Bene.Ma se Moro ha sentito la necessità di informare l’assemblea dei soci, non si capisce perché non abbia richiestoai soci di esprimere il loro parere attraverso un voto. Se dopo l’informativa la maggioranza dei soci si fosse dichiarata contraria cosa sarebbe accaduto? Già, il voto non era previsto. I soci erano già riuniti, bastava chiedere di alzare la mano e contare i favorevoli, i contrari e gli astenuti. E se la motivazione non dichiarata del non votoera la paura di un ‘no’, tranquilli, non ci sarebbero state sorprese: avrebbero vinto, senza storie, i favorevoli.

Punto due. Il comune di Crema detiene, attraverso Cremasca servizi, una quota diretta di Lgh. Se vale la logica – fatte salve motivazioni legali -di Scrp l’amministratore di Cremasca servizi avrebbe potuto aderire all’operazione A2Asenza chiedere un voto al comune socio. Al contrario la questione è stata dibattuta in consiglio comunale (in questo caso corrispondente all’assemblea di Scrp) ed è stata votata. Stesso metodo è stato utilizzato dal comune di Cremona che controlla Aem, socio al 31 per cento di Lgh. Perché per Scrp non si è impiegato lo stesso sistema?Il concetto è il medesimo. I soci (che sia uno solo o siano in tanti non modifica il principio) decidono un’operazione che, inutile negarlo,non è ordinaria, ma straordinaria: non tutti i giorni si cede il 51 per cento di quote azionarie. E questo è indipendente dalle prescrizioni di legge che potrebbero anche permettere ai consigli di amministrazione di decidere autonomamente. E il metodo che siano i soci a decidere operazioni di questo tipo vale soprattuttose si tratta di società pubbliche. Partecipate appunto.

Punto tre. Con questa operazione A2A, (quotata in borsa quindi con soci privati)controlla anche il 51 per cento di Linea gestioni che garantisce il servizio di igiene urbana. Piaccia o meno, è una parziale privatizzazione del servizio stesso. Potrebbe anche non essere una penalizzazione, però ricordiamoci le polemiche di alcuni anni fa sulla Newco cremasca, società pubblica privata mai nata per lo scontro sulla percentuale da assegnare ai privati e non solo per questo. Se fosse partita probabilmente il servizio di igiene urbana sarebbe rimasto sotto il controllo dei comuni cremaschi.

Punto quattro. A2A è quotata in borsa e agli azionisti privati interessa – correttamente- che alla fine dell’anno vengano distribuiti dividendi sostanziosi. Non è la logica del socio pubblico che, sia chiaro, non deve gestire società in perdita, ma neppure deve lucrare sui servizi essenziali.

Punto cinque. Già in Lgh il Cremasco contava poco. In A2A conterà ancora meno. Con un po’ di esagerazione, ma non tanta, si può affermare che conterà nulla, al di là delle assicurazioni di chi questa vendita l’ha sostenuta a spada tratta.

Punto sei. Quando a Scrp arriveranno i 10 milioni (metà in azioni e metà in contanti) come verrannoimpiegati? Si spera che il consiglio di amministrazione non decida autonomamentee poi convochi un’assemblea informativa per comunicare ai soci la destinazione dell’incasso. Per favore, il consiglio di amministrazionecoinvolga i soci. I sindaci. E qui potrebbe giocare un ruolo l’Area omogenea qualora venga istituita.Area omogeneaidentificata come organismo politico del Cremasco e territori limitrofi, deputato a rappresentarlo, nei confronti della Regione e di tutte le altre istituzioni.

Punto sette. Se il consiglio di amministrazione di Scrp può decidere su un’operazione straordinaria (meglio ribadirlo)di 10 milioni di euro senza il voto dei sindaci, significa che qualcosa va rivisto nel meccanismo di controllo di questa partecipata.Il Comitato ristretto a cosa serve?"

Antonio Grassi (nella foto con il sindaco di Pandino Maria Luise Polig e, sotto, la prima pagina della Provincia)

(La Provincia del 23.12.2015)