Crema, 23 ottobre 2017

Referendum e voto elettronico, pareri molto diversi sul risultato, da destra a sinistra.

Antonio Agazzi (capogruppo Forza Italia)

L’esito del Referendum consultivo, promosso da Lombardia e Veneto, conferma - in modo clamoroso in Veneto, con più moderazione in Lombardia - quanto sia urgente affrontare la “questione settentrionale”: la parte più produttiva e meglio amministrata del Paese è stanca di fungere da “bancomat” per aree e regioni in cui la spesa - sovente clientelare - è fuori controllo; è stanca di decreti per “Roma Capitale”, piuttosto che “Salva Napoli”; non comprende i privilegi, storicamente superati, delle Regioni a Statuto speciale; non tollera più il modo di “amministrare” della Sicilia di Crocetta... Si tratta di un elettorato che non chiede la secessione e neppure di venir meno ai doveri di “solidarietà nazionale”; esige, tuttavia, che il frutto del proprio lavoro e della propria ‘contribuzione’ venga ben investito e rimanga prevalentemente sul territorio che l’ha prodotto, evitando il perpetuarsi di logiche parassitarie.

Mi aspetto un negoziato serio di Lombardia e Veneto con il Governo centrale che sortisca, appunto, tale risultato: trattenere al Nord larga parte delle tasse che il Nord paga, in modo che ne beneficino - in termini di servizi a sostegno di persone, famiglie e imprese - primariamente coloro che si segnalano per produttività. Se così accadesse, ovviamente ne trarrebbero giovamento anche la nostra città, il Cremasco, la Provincia di Cremona...


Franco Bordo (deputato Articolo uno/Mdp)

Il risultato del referendum lombardo mostra il doppio flop conseguito dai promotori di questa consultazione, in primis Maroni e Lega, ma anche 5 Stelle. Il primo flop è relativo alla partecipazione, molto contenuta, ampiamente sotto la metà degli aventi diritto; il secondo flop riguarda la gestione del tanto sbandierato voto elettronico, con tempistiche di uscita dei risultati vicine al ridicolo, quando un voto tradizionale avrebbe consentito di conoscere i dati quasi in tempo reale. Come denunciato, il risultato di questo referendum, dal quesito peraltro molto banale, è stato immediatamente strumentalizzato dai proponenti e dalla Lega: in queste ore stiamo ascoltando commenti che riportano all’intollerabile idea di territorio autonomo, il vecchio secessionismo leghista. Questo per noi è un terreno inaccettabile: credo che, ripartendo dalla più che possibile sconfitta elettorale di Maroni, solo un nuovo governo democratico di centrosinistra della regione potrà veramente approfondire le questioni della sussidiarietà e della partecipazione degli Enti locali, nel contesto di una partita più grande e complessa, quella dei servizi che vengono erogati ai cittadini lombardi.


Daniel Bressan (Giovani padani, Lega Nord)

Un plebiscito! Quanto accaduto ieri è un passo importantissimo per la nostra regione, un big bang riformista come l’ha voluto definire Luca Zaia. Sei milioni di cittadini lombardi e veneti hanno dato un mandato fortissimo ai rispettivi governatori regionali: “Vogliamo maggiori competenze sul nostro territorio”. L’indicazione è fortissima, Roma dovrà dare delle risposte! Chiediamo a Maroni di avviare subito la trattativa per rivendicare maggiore autonomia! Interessantissima è la correlazione, mostrata nelle scorse ore da YouTrend, tra la partecipazione al voto al referendum di domenica scorsa e percentuali di voto al “No” al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre 2016. Maggiore è stata la risposta al referendum autonomista, maggiore è stata la percentuale di No al referendum di Renzi. Questa correlazione è un ulteriore importante segnale, la riforma costituzionale di Renzi avrebbe privato di competenze il territorio, arrivando addirittura a introdurre una clausola di supremazia per togliere in maniera unilaterale competenze, i cittadini lombardi e veneti hanno scelto una via opposta. E’ una richiesta forte di devoluzione del potere sul territorio, in aperto contrasto alle logiche centraliste che hanno governato fino ad ora il nostro paese.


Gianmario Donida, coordinatore di Forza Italia

Forza Italia prende atto con soddisfazione del grande risultato conseguito nel referendum di ieri domenica 22 ottobre che ha visto l’affluenza con oltre 3 milioni di cittadini superare il 38%. Nello specifico a Crema, con un’affluenza media del 39% e con i SI che hanno superato il 96 %, è stata confermata la volontà dei cittadini di proseguire in un processo di decentralizzazione delle competenze dello stato. Questo lo consideriamo anche il risultato positivo del lavoro di comunicazione svolto in città dal nostro partito. Nelle scorse settimane lo abbiamo svolto anche con gazebo e banchetti con la distribuzione di materiale informativo. Ci siamo spesi per sostenere una visione lombarda che avrà un grande futuro. Con maggiori risorse e con più ampia autonomia, la nostra regione può crescere più velocemente. I cittadini, siamo certi, ci sostengono. Ora seguiremo insieme ai cremaschi il processo che già da questa settimana verrà avviato dal Presidente Maroni, dalla sua giunta e dal Consiglio Regionale per dare il via al dialogo con Roma.


Giuseppe Trespidi e Martino Boschiroli, Udc

La scelta della maggioranza del Consiglio regionale della Lombardia di interpellare i Cittadini su una questione di primaria importanza per il futuro della Lombardia e, di conseguenza, per l’Italia è stato un atto coraggioso ed opportuno in un momento nel quale le decisioni passano sulle nostre teste senza che possiamo esprimere le nostre opinioni se non attraverso azioni di protesta e di mobilitazione dell’opinione pubblica.

Anche se i Cittadini lombardi che si sono recati a votare sono stati “solo” il 40% il risultato è, comunque, straordinario se pensiamo che a frenare la partecipazione c’è stata in particolar modo l’innovazione del voto elettronico che ha indotto in parecchi il timore di non essere all’altezza o in grado di approcciarsi alla novità. Il Veneto che ha raggiunto il 60% di partecipazione da questo punto di vista non ha avuto problemi perché è ricorso al sistema tradizionale della scheda cartacea..

L’UDC ritiene che con il referendum si è ottenuto di avviare il percorso per il recupero di un rapporto diretto e costruttivo con i Cittadini. Attraverso questo strumento di democrazia diretta che, pur essendo in questo caso solo consultivo, i Cittadini lombardi han potuto finalmente esprimersi a favore di questa richiesta di avere ulteriore autonomia.

C’è ancora chi sostiene che il referendum è stato inutile e che ha fatto solo sprecare risorse perché sarebbe stato sufficiente aprire una trattativa con il Governo per ottenere quello che si è chiesto col referendum. Però l’esperienza di questi anni ci ha insegnato che in politica non basta avere ragione ma che occorre la forza per farla valere. È questo, secondo noi, il risultato che si è ottenuto che, per certi versi, è stato straordinario se lo confrontiamo col dato di affluenza alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna. Ora i lombardi hanno un motivo in più per sostenere una rivendicazione che non riguarda solo le forze politiche al governo della Regione ma tutti i Cittadini lombardi ivi compresi quelli che votano per le forze politiche che oggi sono all’opposizione.

L’occasione che è stata data a tutti i Cittadini e alle forze politiche lombarde non va sprecata per opportunismi che di politico hanno ben poco tant’è che, occorre sottolineare, molti Sindaci e amministratori di tutti gli schieramenti hanno aderito e sostenuto convintamente il SI a questo referendum.

L’UDC che ha aderito ai Comitati per il SI nel cremonese e in tutte le province della regione Lombardia non ha fatto mancare la mobilitazione e la partecipazione dei propri associati e simpatizzanti.