Romanengo, 07 agosto 2017

Spegnete quelle campane! E' quanto chiedono un centinaio di romanenghesi al parroco. Oddio, non così drasticamente, ma per lo meno si chiede a don Emilio Merisi di mitigarne il suono. Ma la risposta del sacerdote da un anno a questa parte è sempre la stessa: niet.

E la questione rischia di andare in tribunale, perché adesso i parrocchiani che risiedono nei pressi del campanile della chiesa parrocchiale dei santi Giovanni Battista e Biagio sono scesi sul piede di guerra e minacciano di andare fino in fondo. In mezzo si è infilato il sindaco, Attilio Polla, che ha sentito i parrocchiani vicini di casa della chiesa e primi fruitori del suono delle campane. Queste persone chiedono di mitigare il suono e di ridurre il numero delle scampanate. In pratica, il parroco suoni di meno e meno a lungo. Al numero dei parrocchiani assordati si è aggiunta di recente una signora che ha subito un importante intervento alla testa e che di tutto ha bisogno ma non del rimbombare delle campane. Il primo cittadino ha chiamato anche il parroco al quale ha chiesto clemenza, sentendosi rispondere che a fronte di qualche parrocchiano infastidito dalle campane, ce ne sono ben di più che le vogliono sentire. Quindi la risposta di nuovo è stata: niet.

Il sindaco Polla ha fatto però presente al parroco che a fronte di un esposto in paese sarebbe arrivata l'Arpa con i suoi strumenti per misurare i decibel e sarebbero stati dolori, perché il parroco scampana per le morti, le nascite, le ricorrenze, le ore, le funzioni religiose, senza lesinare. E ha anche ricordato una sentenza sfavorevole a un parroco, quello di Ombriano, anni fa, quando un cittadino lo trascinò in tribunale a Crema per il suono delle campane.

Appunto.

Nella foto, la chiesa parrocchiale di Romanengo con il campanile e relative campane