Moscazzano, 16 luglio 2017

Ha confessato e resta in carcere l'assassino di Walid, il bambino di nove anni di Moscazzano barbaramente ucciso in Egitto, a Talkha, mentre era in visita con la famiglia dai nonni, lo scorso 26 giugno. La polizia aveva quasi subito fermato un fabbro di 28 anni e il provvedimento aveva la durata di 15 giorni. Prima della sua scadenza, il fabbro ha reso ampia confessione. Ha raccontato che quel giorno aveva visto il bambino e lo aveva preso con l'intenzione di violentarlo. Ma Walid si era tenacemente opposto ai desideri dell'uomo e si era messo a urlare. Nessun tentativo da parte del fabbro di farlo smettere era andato a buon fine e così l'orco non ha pensato a nulla di meglio che a sopprimere la sua vittima, soffocandola. Poi ha infilato il corpo in un sacco e l'ha abbandonato in un garage. La famiglia di Walid, padre, madre e tre fratelli più piccoli, allarmata perché il bambino non era tornato per cena, aveva denunciato la scomparsa alla polizia. Le ricerche si erano protratte per due giorni e il 28 il corpo del povero piccolo era stato trovato nascosto in un garage di proprietà del fabbro. Di qui il fermo e, adesso, la terribile confessione.

Grande lo stupore a Moscazzano, dove la famiglia abitava da due anni, e a Credera, dove il bambino frequentava la scuola elementare e giocava nella squadra di calcio. La notizia ha turbato tutti e si attende il rientro della famiglia per organizzare un momento di commemorazione. Al momento la famiglia ha fatto sapere che non rientrerà dall'Egitto prima che la vicenda si sia completamente conclusa.

Nella foto, il piccolo Walid, barbaramente ucciso in Egitto