Brescia, 21 settembre 2017

Niente sconti per l'ex sacerdote don Mauro Inzoli, che ha visto la sua condanna confermata anche in Corte d'Appello a Brescia, oggi pomeriggio. Per la verità rispetto alla sentenza di Cremona, che condannava l'ex prete, reo confesso di abusi sessuali su minori, a quattro anni e nove mesi di prigione, la pena è stata diminuita di 50 giorni e portata a quattro anni sette mesi e 10 giorni, ma solo perché tra una sentenza e 'altra è intervenuta la prescrizione per una piccola parte del giudizio.

"Abbiamo chiesto al presidente Enrico Fischetti - ha detto l'avvocato Corrado Limentani, che tutela Mauro Inzoli - di considerare l'ipotesi che il mio assistito sia stato giudicato due volte sugli stessi reati (ne bis in idem), ma il giudice non ha voluto accogliere questa tesi. Per questo motivo, una volta depositata la sentenza, ricorreremo in Cassazione".

Il presidente del tribunale si è preso 60 giorni per depositare la sentenza.

Peraltro in mattinata si è saputo che il Papa, parlando di preti pedofili, ha citato il caso di don Mauro. "In solo caso, uno solo, in quasi cinque anni - ha detto papa Francesco - c’erano due sentenze su un sacerdote della diocesi di Crema: la sentenza del vescovo era buona, toglieva tutti i ministeri ma non lo stato clericale. Io ero nuovo, non capivo bene queste cose e davanti alle due ho scelto la più benevola. Ma dopo due anni lui è ricaduto”.

La frase del Papa ha alzato un vespaio, perché sembrava accusare l'ex sacerdote di altri reati. “Per la verità - hanno speigato gli avvocati Nerio Diodà e Corrado Limentani - il nostro assistito non ha commesso alcun fatto nuovo”.

Lo sconto di pena si riferisce a due reati andati in prescrizione sugli otto casi che hanno mandato davanti al giudice l'ex parroco di SS Trinita e personaggio di riferimento di Comunione e liberazione.

Nella foto, l'ex sacerdote don Mauro Inzoli