Crema, 14 marzo 2018

Fine dei giochi. Anche la Cassazione ha confermato le due precedenti condanne e per l'ex don Mauro Inzoli adesso si possono aprire le porte del carcere. L'ex parroco di SS. Trinità, uomo forte di Comunione e Liberazione, fondatore del Banco alimentare, adesso deve ragionare con la condanna definitiva a quattro anni, sette mesi e dieci giorni di prigione per essere stato riconosciuto colpevole, in tutti e tre i gradi di giudizio, di abusi sessuali compiuti su minori. Abusi per i quali Mauro Inzoli, ridotto allo stato laicale da papa Francesco lo scorso maggio, dopo che era stato graziato in una precedente sentenza, aveva risarcito le famiglie dei minori con 25mila euro ciascuna (erano sei che si erano presentate in giudizio). Condannato in primo grado a Cremona, confermata la condanna, anche se ridotta di qualche settimana per sopravvenuta prescrizione di un paio di casi, a Brescia, la speranza di arrivare in prescrizione con tutti i reati è sfumata in questi giorni. La Cassazione ha detto che le condanne ottenute dall'ex prete di Torlino Vimercati vanno bene così. Quando la sentenza sarà depositata, entro un massimo di 60 giorni, per l'ex presidente del Banco alimentare si apriranno le porte del carcere, a meno che i suoi avvocati, Corrado Limentani e Nerio Diodà riescano a fargli ottenere di differire la condanna dal carcere ai servizi sociali.

Nella foto, l'ex parroco Mauro Inzoli