Crema, 07 febbraio 2018

"Il ragazzo resta a casa". Lo dice sicuro l'avvocato Francesco Miraglia che sta seguendo da sempre il caso del ragazzo di 15 anni malato di videogiochi che, secondo il giudice Francesco Allegri del tribunale dei minori di Brescia deve essere allontanato dalla famiglia e portato in comunità. Ieri, con la mamma, l'avvocato si è presentato alla Comunità sociale. Il colloquio è durato 5 minuti durante il quale i responsabili hanno riferito alla madre e all'avvocato che il giudice aveva firmato per il ragazzo un nuovo decreto di allontanamento dalla famiglia e che il quindicenne avrebbe dovuto essere portato in comunità. "Ma non vi sono le basi per eseguire il provvedimento - riferisce l'avvocato. - Non è possibile allontanare il ragazzo dalla famiglia se la famiglia stessa non lo vuole. Non possono arrestarlo, dovrebbero fare un Tso, che in questo caso non è previsto, quindi il provvedimento resta lettera morta. Per quel che ci riguarda faremo opposizione allo stesso provvedimento, ribadendo il concetto che il ragazzo da metà ottobre ha rinunciato ai videogiochi, va regolarmente a scuola, è in cura da uno psicologo e non ha più presentato alcun tipo di problema. Inoltre facciamo presente che durante il colloquio avuto con sindaco e assessore Lo scorso 28 di dicembre abbiamo chiesto un insegnante di sostegno per il giovane che a oggi non è ancora stato assegnato. È questo nonostante una legge lo preveda". La situazione, quindi, appare sempre più intricata con la famiglia che non vuole ottemperare all'ordine del giudice e i servizi sociali che invece vorrebbero eseguire l'ordinanza e prendere il ragazzo e portarlo in comunità.

Nella foto, l'avvocato Francesco Miraglia